Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:43 min.
Etichetta:Minotauro Records

Tracklist

  1. VITUPERIO
  2. HOMUNCULUS
  3. SOCIOPATIA
  4. REGRETUDO
  5. TOSSINE
  6. VILLA TRISTE
  7. ALAMUT 2112
  8. NERO INFERNO ITALIANO
  9. LUCIFER IN THE SKY WITH DIAMONDS

Line up

  • Jacopo: vocals
  • Fabrizio: bass
  • El Charlo: drums
  • Mattia Manno: guitars

Voto medio utenti

Di una cosa sono certo … che i Chronic Hangover sono un gruppo abbastanza atipico nella scena metallica internazionale, e che già per questo motivo meritano attenzione.
Inconsueti e intriganti, almeno per quanto mi riguarda, tanto che attendevo questo debutto ufficiale con una certa “ansia”, dopo aver apprezzato il loro demo dal singolare titolo “Logicamente il Signore ci punirà per questo”.
Ebbene, oggi che “Nero inferno italiano”, patrocinato dalla “musica dal labirinto” della prestigiosa Minotauro Records, viene finalmente sottoposto al giudizio del mio fedele apparato cardio-uditivo, non posso che confermare le impressioni positive rilevate in passato, riscontrandone altresì un significativo ampliamento grazie ad un quadro complessivo più compiuto e professionale.
Il distillato sonoro liberato dalla valente coalizione capitolina è paragonabile a una sagace spremitura di doom, stoner e hardcore-punk, condito da scorie dell’epic metal maggiormente ossianico, quasi si trattasse di una furiosa centrifuga tra Black Sabbath, MC5 e primi Kyuss, arricchita da una spruzzata di Black Flag e Cirith Ungol.
La loro innata capacità di accordare i contrasti tra le diverse espressioni musicali sorprende e attrae, e nel programma non rischierete mai d’imbattervi in passaggi armonici superficiali o manieristici, grazie innanzi tutto a una tensione nell’interpretazione in grado di assicurare buoni risultati anche nei momenti meno imprevedibili.
E proprio a proposito “d’interpretazione”, è facilmente ipotizzabile che quella di Jacopo dietro al microfono possa alimentare opinioni contrastanti … il suo stile perlopiù “declamatorio” e nichilista (una specie d’interpolazione fonatoria tra Tim Baker e Henry Rollins!) non è forse adatto a conquistare tutti i “palati” e tuttavia appare l’efficace integrazione di un percorso compositivo cangiante e penetrante.
Impreziosito da una fascinosa veste grafica, “Nero inferno italiano” è un albo dal notevole impatto emotivo, che si apre con la scorticante “Vituperio”, prosegue con la carica punk-psych di “Homunculus” e piazza con “Sociopatia”, un coagulo schizofrenico e feroce di doom / stoner, il primo squarcio sensoriale veramente profondo dell’opera.
Una percezione di benefico turbamento che si mantiene su livelli elevati anche nell’ipnotico vortice di “Regretudo”, e se nelle pulsazioni tetragone di “Tossine” l’effetto sonico è indirizzato in particolar modo alla stimolazione muscolare, la splendida “Villa triste” coinvolge la totalità di organi e sensi, sollecitati da una forma massiccia e colloidale di oscura psichedelia metallescente.
In “Alamut 2112” vi troverete a esplorare le terrificanti viscere della terra avvolti da pulviscoli di materia cosmica, “Nero inferno italiano” conduce il pensiero a conturbanti visioni di desolazione e catarsi e “Lucifer in the sky with diamonds” chiude l’emozionante trittico con le sue magnetiche e tenebrose atmosfere desertiche.
I Chronic Hangover si dimostrano un’entità artistica superiore alla media, dotata di un’identità istintiva, piuttosto definita e peculiare … di questi tempi, una bella novità da non trascurare.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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