Copertina 10

Info

Anno di uscita:2016
Durata:106 min.
Etichetta:Prophecy Productions

Tracklist

  1. MONTECRISTO
  2. COMANDANTE
  3. LA NOTTE
  4. IT WAS TO BE
  5. BELVEDERE
  6. ONCE WE WERE
  7. TAKE MY BREATH AWAY
  8. SENTIMENTALE
  9. GAZA YOUTH (EXIST/RESIST)
  10. NOSTALGHIA
  11. FRACTURE
  12. CIUDAD LINEAL
  13. SANT’ANGELO (THE SOUND & THE FURY)
  14. UNEMPLOYED & DREAMRUNNER
  15. THE HUNGER STRIKE
  16. RESIG-NATION
  17. CAELUM STELLATUM
  18. JUVENILE
  19. STUPENDA E MISERA CITTÀ
  20. LYCANS

Line up

  • Marco Soellner: vocals, guitar
  • Francesco Conte: guitar
  • Davide Pesola: bass
  • Paolo Soellner: drums

Voto medio utenti

Il tanto atteso ritorno dei Klimt 1918 si concretizza in un’opera monumentale, un disco incredibile per vastità e profondità emozionale.
Un’opera complessa, così ricca di riferimenti che la band si premura di fornire una ricca e dettagliata infosheet, dove vengono sviscerate tutte le influenze.
La lunga gestazione del doppio disco composto da “Sentimentale” e da “Jugend”, partita nel 2008, ha come riferimenti la Berlino ovest di fine anni ’70, quella ritratta da David Bowie in dischi come “Heroes” e “Lodger”, ma anche la Berlino Est ritratta nel capolavoro di Von DonnersmarkLa vita degli altri”.
L’atmosfera ricreata è pregna di atmosfere dark, direttamente provenienti dalla new wave, arricchite di partiture shoegaze, producendo melodie di indefinibile bellezza, cariche di pathos e nostalgia, capaci di scavare dentro l’ascoltatore e trasportarlo lontano nello spazio e nel tempo. La lista delle band che essi stessi hanno indicato come influenza è molto lunga.
Sin dalle prime note di “Montecristo” si viene investiti da una marea montante di note eteree, notturne, rarefatte, direttamente uscite dai primi anni ’80. E lungo la durata del disco queste atmosfere la fanno da padrone, a volte risultando forse un po’ ripetitive, ma mai banali o superficiali.
C’è persino una personalissima cover di “Take My Breath Away” dei Berlin, direttamente dal filmico Top Gun.
Sentimentale Jugend” è un disco che merita innumerevoli ascolti per essere compreso in tutte le sue numerosissime sfumature, ogni volta lasciando scoprire un po’ di se, e a dirla tutta è difficile trovare le parole adatte per descriverlo.
Non è un disco fatto di canzoni, ma di episodi della memoria, di reminiscenze perdute nel tempo, di ricordi abbandonati lungo i solchi della storia, e si, di lacrime perdute nella pioggia di una Berlino cuore pulsante di un’Europa schiacciata da blocchi contrapposti.
Il sovraccarico emozionale che induce impedisce di dare forma compiuta alle sensazioni e ai pensieri, ma non impedisce di percepire la portata mastodontica di un disco unico nel suo genere, irripetibile, un capolavoro compositivo che non raggiunge la perfezione solo perché, come si diceva, tenere il livello altissimo per quasi due ore di musica è praticamente impossibile.
Ma come non premiare uno sforzo simile?
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 08 giu 2022 alle 19:22

ciao Gino, oggi ascoltavo i Klimt e - come spesso capita - ti ho pensato, Un bacio al cielo

Inserito il 01 gen 2017 alle 16:26

devo però dire che è un vizietto dello schettino attribuire spesso votoni, soprattutto ad album il cui stile punta più sull'espressione/emozione che non su partiture più vicine alla forma canzone. de gustibus, certo, però quando si trovano tutti sti 10 nelle sue recensioni non si sa più come prenderli...

Inserito il 31 dic 2016 alle 17:53

Volendo potremmo accostarli agli Anathema come evoluzione stilistica....

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