Adramelech - Terror Of Thousand Faces

Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:29 min.
Etichetta:Xtreem Music

Tracklist

  1. INTRO
  2. HALLS OF HUMAN TRAGEDY
  3. DESCENT TO ETERNAL TORMENT
  4. BLEEDING FOR SUPREMACY
  5. SUICIDE, TERRORIZE
  6. I DON'T CARE ABOUT YOUR MURDER
  7. SLAIN IN THE GRACE OF THY NAME
  8. BOOK OF FLESH
  9. TERROR OF THOUSAND FACES
  10. ORPHICA HOLODEMIURGIA

Line up

  • Marko Silvennoinen: guitars
  • Jari Laine: guitars, bass
  • Jarkko Rantanen: drums

Voto medio utenti

I finnici Adramelech sono una band death metal appartenente alla vecchia scuola, essendo attivi fin dal 1991, pur se il loro primo full-lenght è stato pubblicato solo nel 1996.
Manco a dirlo questo “Terror Of Thousand Faces” suona un po’ come un tributo all’old school, a quel death metal dei primi anni ’90, con tanto di riffoni slayeriani e parti brutali in stile primi Entombed e Unleashed. Il risultato è un disco che per quanto gradevole, a tratti, grazie a pezzi come l’iniziale “Halls Of Human Tragedy” e “Suicide, Terrorize”, risulta alla lunga un disco che ha ben poco da dire, auto-conservativo per eccellenza, fautore del ripristino di uno status-quo vecchio di 15 anni e che risulta del tutto inadeguato ai canoni moderni, pur restando, per gli amanti del genere, un platter di sicuro interesse e fascino.
Quello che non quadra in tutto ciò è una produzione del tutto inadeguata, quasi modernista, laddove l’uso di filtri e trigger alla “cazzo di cane” sono del tutto fuori luogo, soprattutto in una produzione che dovrebbe fare dello “old-fashioned” un motivo di vita.
In tutto ciò il brano più interessante è certamente il conclusivo “Orphica Holodemiurgia”, dalle atmosfere cosmiche, quasi lovecraftiane, laddove il terrore sembra davvero provenire dallo spazio profondo, con atmosfere inquietanti, patterns cadenzati e groovy, quasi soffocanti. Il pezzo è coinvolgente dal punto di vista emotivo e lascia un bel po’ di rimpianti, perché in fondo gli Adramelech sono dei ragazzi che sanno il fatto loro.
Spiace mettere una stentata sufficienza, visto e considerato che una band che esiste da 15 anni è più giusto che suoni alla vecchia maniera, tenendo fede ad una coerenza che è assolutamente apprezzabile, tuttavia il disco nel complesso non è esaltante e risente troppo delle influenze delle band di punta del genere. Si poteva essere personali senza essere per forza di cosa originali, cosa che è riuscita solo alla fine del disco.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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