F5 - A Drug For All Seasons

Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:36 min.
Etichetta:Mascot
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. FADED
  2. DISSIDENCE
  3. FALL TO ME
  4. A DRUG FOR ALL SEASONS
  5. BLEEDING
  6. WHAT I AM
  7. DYING ON THE VINE
  8. HOLD ME DOWN
  9. DEFACING
  10. X’D OUT
  11. LOOK YOU IN THE EYES
  12. FORTE SONATA

Line up

  • Dale Steele: vocals
  • Steve Conley: guitars, sitar
  • Dave Small: drums, percussion
  • John Davis: guitars
  • Dave Ellefson: bass, guitars

Voto medio utenti

Alla fine neanche Dave Ellefson è più riuscito a sopportare il carisma, il carattere forte e, “forse”, un po’ dispotico di Dave Mustaine e quella che sembrava un’amicizia piuttosto solida (vista la lunga militanza comune nei Megadeth) si è ridotta, nelle dichiarazioni dello split (con toni anche abbastanza “coloriti”), ad una mera collaborazione “d’affari” alquanto fruttuosa ma giunta ormai alla conclusione.
Come accade in questi casi, è sempre difficile ripartire i torti e le ragioni o capire dall’esterno le motivazioni relative, ciò che sappiamo di sicuro è che le strade dei due si sono separate, con Mustaine e la sua creatura da un lato, con un disco contraddistinto da luci ed ombre ed un tour piuttosto apprezzato (al termine del quale potrebbe, stando alle affermazioni del suo leader, giungere il termine della parabola artistica dei Megadeth … dobbiamo crederci?) in compagnia di discreti turnisti ed Ellefson dall’altro, a fondare, con l’ex voce dei Sick Speed Dale Steele, le competenti chitarre di John Davis e Steve Conley e le percussioni impetuose del colored Dave Small, questi nuovi F5.
Un’esplicita sfida sullo stesso terreno del suo vecchio gruppo? No, Dave Ellefson è troppo scaltro ed intelligente (e forse anche stanco di certe sonorità) per rischiare una “tenzone” di questo tipo.
I suoi F5 suonano un heavy metal massiccio, ma anche melodico e moderno, seguendo le traiettorie di bands quali Creed, Cold e Staind combinate con il groove adrenalinico di Disturbed, Drowning Pool e Speak No Evil, tanto per citare qualche nome alquanto noto.
Non appena “Faded” irrompe nell’etere, è possibile notare che la produzione e la registrazione possiedono le dovute pulizia e potenza sonora e che il brano è davvero riuscito nelle linee musicali portanti e nell’accattivante coro, evidenziando più di un’affinità con la band di David Draiman, sebbene il pur bravo Dale, non arrivi ai livelli di maestria assoluta del suo “disturbato” collega.
“Dissidence” prosegue nel discorso appena intrapreso, accentuando la nervosità e il peso dei riffs e della sezione ritmica, ma mantenendo una certa melodicità di fondo abbastanza piacevole.
Una trama orientaleggiante sostiene la bella “Fall to me”, in cui appaiono alcuni importanti richiami al classico suono e al pathos del post-grunge maggiormente vigoroso, conferendo al brano una certa congenialità all’airplay più alternativo e con “A drug for all seasons” si ritorna all’approccio heavy e possente temporaneamente interrotto, conservando la medesima incisività ed efficacia.
La successiva “Bleeding”, un episodio davvero intrigante per intensità e coinvolgimento, corposo nel bilanciamento tra “immediatezza” e nerbo, viene incalzata da una sorprendente e notevolmente riuscita cover di “What I am” di Edie Brickell and The New Bohemians (e in quest’attitudine si accostano nuovamente ai Disturbed, ricordate la loro versione di “Shout” sull’esordio “The sickness”?), nella quale viene intelligentemente conservata l’attraente struttura armonica, “incattivendo” ed accelerando la restante porzione della canzone in modo creativo ed ottenendo risultati di considerevole livello.
Discrete, ma leggermente meno significative appaiono “Dying on the vine” e la prestanza di “X’d out”, mentre “Hold me down” è un altro pregevole episodio capace di esprimere con saggezza e misura la tipica “ruffianeria” alternative rock e la formula viene applicata in forma più “fisica” anche in “Defacing”, ma gli effetti sono un po’ meno invitanti, nonostante il buon “tiro” ed il chorus fatto per essere facilmente assimilato.
Le prerogative già enunciate per “Fall to me” possono essere estese anche all’eccellente e sfaccettata “Look you in the eyes”, seguita da un breve (e, tutto sommato, trascurabile) strumentale denominato “Forte Sonata”, che vede come protagonista il basso 12 corde di Ellefson, con il quale si conclude un album da giudicare, senza fare “follie”, piuttosto buono.
Eviterei, così come sembra voler fare il nostro Dave (ormai non più “Junior”), di affrontare paragoni con il suo passato musicale, peraltro stilisticamente abbastanza improponibili, ma l’esordio dei “suoi” F5 è, come già anticipato, parecchio convincente ad ulteriore conferma che la musica, nelle sue variegate espressioni, prendendo in prestito il brillante titolo del disco, è veramente una (l’unica?) droga valida per tutte le stagioni.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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