Copertina

Info

Anno di uscita:2016
Durata:65 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. RESURRECTION
  2. WHEN ALL FALLS AWAY
  3. A MOMENT IN TIME
  4. THROUGH THE NOIZE
  5. LEFT FOR DEAD
  6. MILES AWAY
  7. HEALING MY WOUNDS
  8. THE FIGHT
  9. TAKING ON THE WORLD
  10. INVINCIBLE
  11. A SMEAR CAMPAIGN
  12. WHICH SIDE YOU’RE ON
  13. INTO THE HANDS OF THE WORLD
  14. LIVE FROM MY MACHINE

Line up

  • Geoff Tate: vocals, keyboards, saxophone
  • Kelly Gray: guitars, bass, vocals
  • Scott Moughton: guitars, keyboards
  • Randy Gane: keyboards
  • Dave Ellefson: bass
  • John Moyer: bass
  • Simon Wright: drums
  • Scott Mercado: drums
  • Brian Tichy: drums
  • Tim “Ripper” Owens: vocals on “Taking On The World”
  • Blaze Bayley: vocals on “Taking On The World”
  • Mark Daily: vocals
  • Nick Greatrex: guitars

Voto medio utenti

Inserito il 24 ott 2016 alle 07:16

Ho sempre difeso Tate (e all'epoca i Queensryche) fin dai tempi di "Hear in the Now Frontier". FIno a quell'oscenità di "Dedicated to Chaos", tutte le vicende umano/legali che sono succedute. Il moscio e insipido "Kings & Thieves", il frettoloso e in alcuni punti imbarazzante "Frequency Unknown"... Il precedente "The Key" era insipido con soli quattro pezzi che riuscivo a salvare. Dal vivo la band aveva di contro dimostrato una coesione e potenza che mi aveva fatto ben sperare in una ripresa, anche se essendo questo "Resurrrection" il proseguo del precedente c'era poco da illudersi. E infatti anche qua ci si trova di fronte ad un disco che non si capisce dove voler andare a parare. Sempre con una produzione inadeguata per il "genere"(?) che vorrebbero proporre (Prog e qui la componente è decisamente più marcata), con un suono piatto e asciutto, con quell'uso (abuso) di filtri e cori sulla voce che rende ancor meno chiare le intenzioni melodiche del cantato. I brani, convengo in tutto e per tutto con il recensore, solo i quattro succitati sono degni di attenzione, dove proprio il singolo con l'inutile partecipazione di Owens e Bayley, che risulta essere l'unico episodio rock quasi metal con un tiro più deciso sa destare dal torpore. Left For Dead è bella ed è un peccato che insieme ad "Invincible" e "The fight" siano gli unici episodi degni di essere ascoltati (non capolavori sia intesi). In finale questo disco è un pelino migliore del precedente, ma siamo lontani ancora dal poter salutare il ritorno a dei fasti degni del buon Tate.

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