Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:49 min.
Etichetta:Cruz Del Sur Music

Tracklist

  1. KING IS RISING
  2. LAST HELLRIDERS
  3. FOR GOD AND THE KING
  4. WARRIOR'S REIGN
  5. REICHSHAMMER
  6. KINGBROTHER
  7. BATTLE GORSE
  8. KILL THE MESSENGER
  9. THE HAMMER IS THE KING
  10. VIVA LA KING
  11. BATTALIONS OF WAR
  12. ETERNAL TOWER OF WOE

Line up

  • Titan Fox V: vocals, guitars
  • Gino Wilde: guitars
  • Dolph A. Macallan: drums
  • K.K. Basement: bass, vocals

Voto medio utenti

Quando ero giovane ero un vero e proprio defender of metal. In camera mia non c’erano poster, niente inutili orpelli. C’era soltanto la bandiera di Kings of Metal dei Manowar ad accogliermi. Al liceo ero promotore di un’autentica jihad contro gli infedeli e, a differenza di molti che conoscevo, non avevo alcuna paura di mostrare l’amore che provavo per l’heavy metal. Dire che per me fosse una religione è quanto di più vicino ci sia alla verità.
Come accade a tutti, il tempo mi ha cambiato e ora che ho oltrepassato la soglia dei 40 sono di più ampie vedute, sono meno integralista, ascolto anche altro (ma non troppo) e soprattutto non accendo più infinite discussioni in difesa della mia fede. Diversamente da molti altri, non apprezzo particolarmente questa moda (perché di quello si tratta) del ritorno alle origini di gruppi di ragazzi che gli anni d’oro del metal li hanno soltanto sentiti nei racconti o ascoltando i capolavori dell’epoca. Vorrei che essendo giovani avessero il coraggio di osare, di inventare, di proporre una visione moderna e tutta loro della musica invece di andare a scomodare divinità assolutamente inarrivabili.

Immaginate in che stato d’animo mi sono avvicinato al primo ascolto del nuovo lavoro dei tedeschi Hammer King che fanno del true metal la loro ragione d’essere e che richiamano in tantissime cose la ciurma capitanata da Joey Di Maio, dal logo alle copertine, dalle tematiche guerriere alla musica. I nuovi paladini e salvatori del millennio hanno però quell’attitudine stranamente tutta tedesca di aggiungere sempre un pizzico di ironia ai loro lavori, a partire dalla collocazione della loro base a Saint Tropez fino alla biografia in cui nelle loro influenze citano oltre ad Iron Maiden e Judas Priest, tali Pfalzgraf Luitpold di cui non esiste traccia alcuna. A conferma di quanto detto abbiamo anche la canzoncina scanzonata (“Viva ‘La King”) che stacca un po’ dal mood semi serio dell’album con tanto di nacchere e che ricorda tantissimo i Gamma Ray più ubriachi...ehm… allegri.

Gli Hammer King in questo “King Is Rising” cantano le eroiche imprese dei re e dei loro martelli, ma alla luce del cannone in copertina, anche dei loro carri armati. La melodia introduttiva della title track e opener fa pensare a un nuovo disco dei Running Wild e come era lecito attendersi, il disco è un concentrato di true heavy metal in cui si alternano veloci cavalcate, su tutte la splendida “Last Hellriders” che sarebbe tranquillamente potuta finire in un disco dei Primal Fear, a potenti e anthemici mid tempo come “Warrior’s Reign” in cui riecheggiano i Manowar dei bei tempi andati. Anche i testi mostrano una fantasia fuori dal comune, un esempio su tutti, il chorus di “The Hammer is the King” che dovranno aver scritto in 30 secondi o dopo 20 litri di birra ciascuno:

“The King Is the Hammer
The Hammer is the king
No king without the hammer
Forever we shall see
The Hammer is the king”

Del resto bisogna pure capirli, se non avessero martellato in modo incessante il nome non avrebbe avuto alcun senso.

In definitiva un disco che mi ha in parte risvegliato il defender dormiente in me, che seppur non brilli per innovazione e tecnica, riesce a far ondeggiare il capoccione e a far cantare a squarciagola l’ascoltatore. Svelti dunque, uscite e diffondete la parola dell’Hammer King.
Recensione a cura di Massimiliano 'Koru' Cammarota

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 18 nov 2016 alle 10:26

Disco divertente...ma finisce lì.

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