Dark Empire - Tracks On The Bloody Sands

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2005
Durata:51 min.
Etichetta:Blu Mix

Tracklist

  1. RESIGNED TO WAIT
  2. TORMENTOR
  3. FOGGY ETERNAL NIGHT
  4. TRACKS ON THE BLOODY SANDS
  5. CHAOS HEART
  6. DEMENTIA
  7. NO WAY TO ESCAPE
  8. BEGGARS
  9. WITNESS OF PAIN
  10. ...STILL WAITING

Line up

  • Jorge Oleas: lead guitar
  • Adrian Oleas: lead guitar
  • Carlos Montes: lead vocals
  • John Arias: keyboards
  • Juan Felipe Trivino: bass
  • Alvaro Jose Morales: drums

Voto medio utenti

E' prevista per Settembre l'uscita del debut cd di questa band colombiana da parte di una label romana impegnata su vari fronti in campo musicale (Blu Mix production). I fratelli Jorge e Adrian Oleas gettano le prime basi dei "Dark Empire" a Cali' nel '96 (allora sotto il nome di "Dark Messiah"), dapprima ispirandosi a Metallica, Megadeth, Iron Maiden, fino a che nel 2000 inizia una nuova fase che li vede portarsi verso sonorità prog metal ampiamente riscontrabili in "Tracks on the bloody sands" (senza però perdere del tutto le radici musicali delle origini), con brani che seguono le coordinate dettate principalmente da Dream Theater, Queensryche, Symphony X, Stratovarius: cambi di tempo, lunghe fughe strumentali, accelerazioni improvvise, la grossa sorpresa è nel cantato di Carlos Mantes, dotato di uno stile operistico-evocativo-epico molto personale e magnetico, ma purtroppo penalizzato da una produzione che relega la sua voce quasi in secondo piano rispetto alla qualità di suono più cristallina che esce dai vari strumenti, un vero peccato perché Mantes ha una gamma vocale molto estesa che però fatica ad emergere ed imporsi. I testi riflettono in gran parte lo sconforto per la situazione politica e sociale all'interno del loro paese ("No way to escape" parla di persecuzione), il dolore per la perdita di un figlio ("Chaos heart", ballad molto toccante cantata magistralmente), l'impossibilità di fare qualcosa di fronte a tutto ciò che di male accade nel mondo ("Witness of pain"), l'esortazione a ritrovare i sentimenti smarriti (la ballad acustica "Beggars", altra interpretazione molto sentita del singer che sfocia in una parte strumentale finale molto heavy), non manca la strumentale d'obbligo, "Dementia", che omaggia Dream Theater e Symphony X, mentre inutili a mio avviso i due brevi brani di chitarra acustica che aprono e chiudono il cd.
La tecnica non manca e lo stile è reso un po' originale dal fatto di aver saputo mettere insieme prog metal ed heavy metal anni '80, peccato perché la produzione non ha saputo sfruttare le mirabili ed encomiabili doti di Mantos, in ogni caso potrete trovare dei brani al sito della label www.blumix.net
Recensione a cura di Carlo Viano

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