Periphery - Periphery III: Select Difficulty

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:64 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. THE PRICE IS WRONG
  2. MOTORMOUTH
  3. MARIGOLD
  4. THE WAY THE NEWS GOES...
  5. REMAIN INDOORS
  6. HABITUAL LINE-STEPPER
  7. FLATLINE
  8. ABSOLOMB
  9. CATCH FIRE
  10. PRAYER POSITION
  11. LUNE

Line up

  • Spencer Sotelo: vocals
  • Misha "Bulb" Mansoor: guitars, keyboards, programming
  • Jake Bowen: guitars
  • Mark Holcomb: guitars
  • Adam "Nolly" Getgood: bass
  • Matt Halpern: drums

Voto medio utenti

Essere dei pionieri a volte può risultare un'arma a doppio taglio. La storia del rock (progressivo soprattutto) è piena di band rimaste "vittime" del proprio sound che sono artisticamente "morte" dopo una manciata di album (penso agli ELP) o sopravvissute solo grazie a decisi cambi di rotta (cito i Genesis).

Dopo l'ascolto del monolitico (e a tratti soporifero) "Juggernaut: Alpha & Omega", uscito tra l'altro una manciata di mesi fa, la domanda che mi risuonava nella mente era: cosa aspettarsi in futuro dai Periphery? Avranno mica già esaurito tutte le cartucce a loro disposizione? Diciamo che la risposta è no. Non è un "no" secco e deciso, perché questo "Select Difficulty" di soluzioni un po' abusate è zeppo, ma non nascondo una certa dose di sorpresa nel constatare lo sforzo compiuto dagli americani per non ripetersi soltanto.

E sì che le prime due tracce ("The Price Is Wrong", "Motormouth") non lasciavano troppo ben sperare: sonorità dirette, disperate, urlate, accenni nu-metal e minime concessioni melodiche diluite in un modesto Bignami di ritmiche chitarristiche. Con "Marigold" la proposta si fa però più elaborata, grazie agli elementi sinfonici e ai cantati prepotentemente mainstream, peccato solo per l'inutile coda rumoristica. "The Way The News Goes", altro brano fortemente melodico, colpisce per il ritornello blast-beat e per il finale lasciato al pianoforte. In "Remain Indoors" il chitarrismo di matrice grunge/alternative si amalgama con arrangiamenti che strizzano l'occhio all'elettronica mentre "Habitual Line Stepper", con una struttura basata sul contrasto dinamico tra le chitarre e le orchestrazioni/tastiere, spinge nuovamente sull'acceleratore preludendo alla non riuscitissima "Flatline", a cavallo tra potenza e melodia. "Absolomb" è un altro apice del full-length: introduzione ipnotica lasciata al basso, evoluzione fluida e ben architettata nonostante i vari cambi metrici, riusciti break strumentali di memoria cinematografica. Con "Catch Fire" la band raggiunge il massimo risultato con il minimo sforzo, grazie a un brano breve, orecchiabile ma non per questo banale. "Prayer Position" vorrebbe centrare lo stesso obiettivo della canzone precedente ma risulta più fiacca. La conclusiva "Lune" rappresenta il romanticismo secondo i Periphery, una "suicide ballad" atipica, lunga, ma incredibilmente seducente.

Vi piacciono i Periphery? Qui troverete un po' tutto quello che i ragazzi sanno fare e pure qualcosa in più. Non conoscete i Periphery? Questo potrebbe essere un buon punto di partenza, risultando leggermente meno ostico (e un po' meno affascinante) dei primi album del combo statunitense.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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