Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:41 min.
Etichetta:Black Widow Records

Tracklist

  1. TRIAL OF THE DEAD – INTRO
  2. STRANGE MOVIES
  3. I’M IN TROUBLE AGAIN
  4. MIDNIGHT TO SIX MAN
  5. IDEALIST REALIST
  6. JUKE IT
  7. PRIMITIVE MAN
  8. TEACHIN’ BLUES
  9. COOKBOOK
  10. SEX MACHINE - INTRO
  11. COME AND GETI T
  12. ONE EYED TROUSER SNAKE RUMBA

Line up

  • Joe Hasselvander: vocals, guitars, bass on "CookBook"
  • Martin Swaney: bass
  • T.C. Tolliver: drums, percussion
  • Paolo "Apollo" Negri: keyboards
  • Russ Strahan: guitar solo on "Juke It"
  • Paulie Kraynak: bass on "Primitive Man"
  • Jimmy Kunes: vocals on "One Eyed Trouser, Snake Rumba"
  • Frankie Brando: drums on "Come And Get It"

Voto medio utenti

Guai a chi osa definire questo “Ancient rocks” il solito “album di cover”.
Del resto da un notabile del rock che si chiama Joe Hasselvander, che ha legato il suo nome a colossi come Pentagram e Raven, era veramente difficile aspettarsi la classica soluzione di comodo utile a tenere alta l’attenzione magari in un periodo di scarsa vena creativa.
Così, anche se la nascita del disco prende spunto (come dichiara lo stesso Joe nelle note del curato e suggestivo booklet dell’opera) dal celebre "Pin Ups" di David Bowie e non è la prima volta che un artista decide di rendere omaggio ai gruppi che ritiene importanti per la sua formazione musicale (e che per varie ragioni non hanno ottenuto il giusto riconoscimento), mi sento di promuovere abbondantemente questo lavoro targato The Hounds Of Hasselvander in virtù di due aspetti fondamentali: il valore altamente “educativo” delle selezioni e la potentissima forza espressiva con cui certi “classici minori” vengono parafrasati.
Con il nobile supporto esecutivo di Martin Swaney (ex-Death Row / Pentagram), T.C. Tolliver (ex-Plasmatics) e di Paolo "Apollo" Negri, a cui si aggiunge il fattivo contributo dei vecchi amici Russ Strahan, Jimmy Kunes e Frankie Brando, Hasselvander scava nello scrigno della sua ricca memoria artistica ed estrae, innanzi tutto, una manciata di autentiche gemme “oscure” dell’hard-rock, che andrebbero davvero riscoperte in questi periodi di rivalutazione (spesso acritica) del passato.
Trooper (scoperti e prodotti da Randy Bachman dei BTO), Bang (considerati una sorta di risposta americana ai Black Sabbath, ma di certo tutto meno che una semplice wannabe band), Boomerang (dell’ex-Vanilla Fudge Mark Stein, uno che ha insegnato qualcosina pure a un certo David Coverdale) e Jerusalem (uno dei “segreti” meglio custoditi della storia del rock duro) meritano tutta la considerazione possibile e sono sicuro che qualora siate digiuni della loro arte, “I’m in trouble again”, “Idealist realist”, “Juke it” e la devastante “Primitive man”, rispettivamente, qui riproposte con enorme fervore e inusitata intensità, vi faranno venire la voglia di sfruttare le immense potenzialità del web in maniera costruttiva.
Esattamente quello che, del resto, il sottoscritto si appresta a fare dopo l’ascolto di “CookBook”, uno spaccato di note acide e pulsanti firmato dagli (a me) sconosciuti The Damnation of Adam Blessing e che ben presto indagherò a fondo.
A completamento del programma troverete poi due pilastri del garage come Troggs (quelli di “Wild thing”, per intenderci, celebrati con un riuscito adattamento della piccante “Strange movies”) e The Pretty Things (molto bella la trascrizione di “Midnight to six man”) e alcune celebrità assolute della scena come Bob Seger (la ruggente “Teachin’ blues” rievoca in maniera assai efficace i suoi primi anni di carriera), Blue Cheer (“Come and get it”, un pezzo da Hall Of Fame del settore) e Humble Pie (dirompente la versione della loro “One eyed trouser snake rumba” cantata con la complicità di Jimmy Kunes!), e qui ovviamente, più che la “scoperta” è la grande passionalità interpretativa dei nostri a impressionare e a fare la differenza, avvalorando la tesi che quando non si è artisti “qualunque” ci si può tranquillamente affidare anche alla diffusa pratica dell’archeologia musicale e riuscire comunque, oltre a mantenere intatta la credibilità, a garantire livelli di gratificazione cardio-uditiva di tutto rispetto.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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