Copertina SV

Info

Anno di uscita:2016
Durata:48 min.
Etichetta:Pure Noise

Tracklist

  1. FORGET
  2. HABIT
  3. EYES
  4. SHIVER
  5. HOUSE & HOME
  6. EMPTY CANVAS
  7. COLOR WORN
  8. FADE
  9. PENNY
  10. LEFT
  11. PARALLEL LIVES

Line up

  • Kevin Dye: vocals/guitars
  • Dan King: guitars
  • Mike Maroney: bass
  • Ethan Koozer: guitars
  • Daniel Crapanzano: drums

Voto medio utenti

Avendo avuto una vastissima risonanza mediatica, sono pressochè certo che quasi tutti coloro che leggeranno questa recensione abbiano visto almeno una volta una puntata del "House", trasmessa qualche anno fa su Canale 5 se non erro, e periodicamente riproposta nelle millemila reti del digitale terrestre.

Ecco, se ricordate bene, dopo che House aveva insultato e deriso Wilson, fatto piangere Cameron, litigato con Foreman, sfottuto Chase e fatto commenti sul culo della Cuddy, sul finire della puntata elaborava anche la diagnosi del proprio paziente, che per tutto l'episodio non aveva mai incontrato.

A questo punto, prima delle ultime conclusive battute, c'era immancabilmente lo spazio della canzoncina triste e riflessiva, in cui sullo sfondo si vedevano i vari personaggi piangere, riflettere, meditare, sorridere amaramente, o il paziente che attendeva il proprio decesso o - quando andava bene - guariva ma rinunciando per sempre a qualcosa, tipo un braccio, l'affetto di un proprio caro o la propria autostima, il tutto sfociante in un primo piano sugli occhi azzurri e malinconici del dottoraccio zoppo.

Direte voi, ma che c'azzecca il Dr. House con i Gates?
Mi verrebbe da rispondere "la stessa cosa che c'entrano i Gates con Metal.it" ma sarò buono per una volta e risponderò "beh, su "Parallel Lives" ci sono proprio quelle classiche canzoncine pop (adesso le chiamano post rock, vabbè) mezze triste, mezze soffuse, mezze malinconiche, con i testi depresso-esistenziali che agli autori piaceva sempre piazzare alla fine di ogni puntata del Dr. House, pari pari".

Nella loro biografia sono descritti come post-rock, emo and post hardcore, ora se tutte queste cose sommate significano pop allora concordo, per il resto non so di preciso cosa sia musicalmente una musica emo ma certo qui di hardcore non ce n'è manco mezza ombra, nè post nè prior nè nel frattemp. Tanto meno di metal, non scherziamo proprio.

E' brutto questo disco?
No, assolutamente. Rilassante, meditativo se vogliamo, qualche fugace intromissione elettronica, voce suadente e sussurrata, sicuramente d'atmosfera e ben realizzato.

Ma la sua presenza su queste pagine è difficilmente giustificabile.
In ogni caso se vi piaceva House potreste avere un'ottima ed inaspettata sorpresa.

Tutti mentono.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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