Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:42 min.
Etichetta:Jolly Roger Records
Distribuzione:Goodfellas

Tracklist

  1. IL SIGNORE DELLE MOSCHE
  2. VERITà E AUTORITà
  3. HOMO MECHANICUS
  4. LA SOGLIA
  5. OLTRE LA SOGLIA
  6. NEL TUO NOME
  7. STULTIFERA NAVIS
  8. MINOTAURO
  9. CORNICE DE' SUPERBI
  10. I TRE VIVI E I TRE MORTI

Line up

  • Dimitri Corradini: bass
  • Massimiliano Falleri: guitars
  • Devid Roncai: vocals
  • Dave Colombo: drums
  • Gianluca De Lillo: guitars

Voto medio utenti

Tornare a parlare dei Distruzione scatena in me un vortice di lontani e fantastici ricordi: una delle mie prime recensioni da neowriter di Metal Shock nel lontano 1996, all’epoca dell’uscita del meraviglioso “Endogena”, lo stesso disco da me ascoltato successivamente non so quante migliaia di volte, le scandalose ed alcoliche vacanze della primavera successiva in quel di Siviglia per la Fiera de Abril, fatte proprio con il cappellino e la maglia grigia a maniche lunghe con scritte rosse e nere di “Endogena”, il primo perduto chissà dove e chissà come in preda ai deliri alcolici ed all’invaghimento di una certa Monica di Granada che, ai tempi in cui né cellulari né facebook dominavano le nostre vite, rimarrà sempre per me una foto abbracciati insieme e niente altro.

Venti anni sono passati da quei giorni e venticinque invece ne sono passati da quando i Distruzione hanno iniziato la propria storia nel 1990 e seppure con un periodo di pausa dal 2007 al 2011 sono ancora qui con il loro thrashdeath di inconfondibile matrice, anche grazie ai testi in italiano resi incredibilmente chiari ma allo stesso tempo ferali dal bravissimo Devid Roncai.

L’omonimo “Distruzione” è uscito un anno fa, giugno 2015, per la mai troppo lodata Jolly Roger Records ma solo oggi ne leggete la recensione su Metal.it per una sequela di motivazioni, sfighe, ritardi, problemi tecnici, cambi di monicker (non loro, nostri…), di dominio e tutto il resto che hanno travolto gli sfortunati parmensi, sfortunati anche perché troppo poco apprezzati in relazione alla qualità della loro musica, dal debutto “Olocausto Cerebrale” del 1992 fino a “Malicidium” del 2005, l’ultimo lavoro prima dello split.

In base a tutto ciò mi piacerebbe lodare questo ritorno come il disco più incredibile, trascinante e violento del 2015 ed il migliore della loro discografia, purtroppo il mio affetto e rispetto per loro e la mia onestà intellettuale mi impediscono di farlo, sancendo questo ritorno “solamente” come un buon album, di qualità, sincero, vero, ma nulla più: il che oggigiorno, in un momento in cui anche il panorama metal ha venduto il culo alle starlette e bagascette, è tutto look e niente sostanza e punta a ragazzini brufolosi ed emaciati con la frangetta ingellata, è qualcosa di simile ad un oasi nel deserto, magari con acqua non proprio fresca e limpida ma pur sempre acqua potabile che ci consente di sopravvivere…

I brani son tutti solidi, sempre incentrati su un death metal con matrice thrash nelle ritmiche, ma spesso sono privi di quel quid che aveva contraddistinto i loro brani, specie sui citati “Endogena” e “Pianeta Dissolvenza”, sono fin troppo quadrati e massicci, risultando quindi poco fantasiosi senza un particolare brio, probabilmente anche a causa di poche accelerazioni e cambi di tempo in favore di monolitici riffs e strutture mid tempos fin troppo piombate.

Sul finire di “Distruzione” si ha una leggera impennata e la tripletta conclusiva “Minotauro”, la tempestosa “Cornice de’ Superbi” e “Nel tuo Nome” ci fa riscoccare quella scintilla che ci fa cercare il tasto play ancora una volta, che alla fine è la cosa che più conta, così come la violenta doppietta “Il Signore delle Mosche” e “La Soglia” che ci scagliano in uno swedish death metal di vecchia scuola, a-la Entombed di “Clandestine”, il che non può che farci immenso piacere.

Orgoglio del death metal italico da una vita, i Distruzione continuano indefessi la loro opera artistica di alto lignaggio, con testi che sono delle poesie e chitarre che sono delle lame: rimanerne ammaliati e colpiti è quindi conseguenza fin troppo scontata.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.