Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:54 min.
Etichetta:Frontiers

Tracklist

  1. DON’T WALK AWAY FROM A GOODBYE
  2. EDGE OF TOMORROW
  3. NOTHING LEFT TO SAY
  4. HEART OF THE STORM
  5. THE SOUND OF GOODBYE
  6. THE DARKNESS OF THIS DAWN
  7. YOU HOLD ME DOWN
  8. ANGEL EYES
  9. EVERYTHING YOU’VE GOT
  10. TANGLED IN BLUE
  11. BURNING FIRE

Line up

  • Joe Lynn Turner: lead vocals
  • Alessandro Del Vecchio: organ, keyboards, backing vocals
  • Simone Mularoni: guitars
  • Nik Mazzucconi: bass
  • Francesco Jovino: drums

Voto medio utenti

Il nuovo disco dei Sunstorm lascia intuire due cose: la prima è che Joe Lynn Turner (ex Rainbow ma non solo), nonostante l’età, è sempre in forma smagliante; la seconda è che i team di lavoro capitanati da Artisti italiani con la “A” maiuscola (in questo caso due pesi massimi come Alessandro Del Vecchio e Simone Mularoni) non hanno niente da invidiare ai nomi internazionali più blasonati (penso a Dennis Ward o a Magnus Karlsson).

“Edge Of Tomorrow” è un disco di hard rock melodico ben scritto, ben suonato e ben prodotto. Perdoniamo pure ai personaggi coinvolti qualche timbrica tastieristica un po’ plasticosetta (“The Sound Of Goodbye”, coerentemente molto Eighties) e alcuni shred troppo tendenti al metallo per gusto e suono (“You Hold Me Down”, del resto Mularoni è pur sempre il mastermind dei DGM), ma sono peccati complessivamente veniali (e io sono consapevole di essere un rompiscatole, scusate). I brani sono solidi, tra momenti ruggenti (“Heart Of The Storm”) e altri più intimi e sussurrati (“Angel Eyes”), in un equilibrio sicuramente invidiabile dovuto ad anni di esperienza e di onorata carriera.

Cosa manca al suddetto disco per strappare il votone? Per il sottoscritto la risposta è “l’effetto sorpresa”. È vero, se ci si avvicina ai lavori del cantante statunitense si sa già in partenza cosa si andrà ad ascoltare e quest’ultima fatica non fa eccezione. Non è un disco per “inguaribili nostalgici” ma poco ci manca e, a onor del vero, la voce di Turner si presta proprio a performance di questo tipo. Il frontman si sarà chiesto: “Vale la pena rischiare? O è meglio dare all’ascoltatore proprio quello che si aspetta?”. La sua risposta è chiara. Ai veterani dell’hard rock melodico l’ardua sentenza…
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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