Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:48 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. ACROSS THE SEA
  2. IN THE SHADOWS
  3. BRIGHT DARKNESS
  4. THE EYE
  5. THUNDERHEADS
  6. CHOSEN ONES
  7. THE CALLING
  8. STARLIGHT
  9. THE EYES OPEN WIDE
  10. REPENTENCE
  11. TEMPLE OF JUDGEMENT

Line up

  • Bob Mitchell: vocals
  • Mark Ryal: guitars
  • Frank Fiordellisi: bass
  • Michael Kusch: drums

Voto medio utenti

Su "Age of Decadence" i Savior From Anger avevano dovuto compattare le proprie fila, registrato, infatti, dai soli Michele Coppola (alla batterie) e Marco Ruggiero (alias Mark Ryal, ex Landguard e Nameless Crime) a prendersi carico delle parti di chitarra, basso e voci.
I risultati erano stati più che discreti, ma ora con "Temple of Judgment" siamo decisamente su altri livelli. Innanzitutto la formazione si è allargata e normalizzata, con il coinvolgimento di Fracesco Fiordellisi al basso, del batterista tedesco Michael Kusch e la presenza dietro al microfono di Bob Mitchell, abile e navigato vocalist statunitense che abbiamo incrociato negli Sleepy Hollow, Vyndykator, Wycked Synn o Mind Assassin, e soprattutto aveva caratterizzato l'esordio degli Attacker: "Battle at Helm's Deep" (1985), un vinile che all'epoca ho letteralmente usurato.
Una bella sorpresa quindi quella di poterlo ascoltare sui pezzi di "Temple of Judgment", ai quali, oltre ai quattro musicisti appena citati, ha contribuito (collaborando al songwriting di "In the Shadows") l'ex chitarrista dei Metal Church, Craig Wells, giusto per rafforzare quel legame, peraltro già saldo di suo, come evidenziato dai tre precedenti album dei Savior From Anger, con il Power & Speed Metal Statunitense.
Già, uno US Metal a pieno titolo, tra Vicious Rumors (cui devono il monicker), Metal Church, Obsession, ma anche Annihilator e Riot, corroborato da una resa sonora - credo - volutamente vintage, che ben si amalgama con l'inconfondibile prova vocale di Mitchell (a metà strada tra Harry Conklin e David Wayne) anche poi se dall'altra parte tarpa un po' le ali alle sciabolate di chitarra e attenua l'impatto del drumming. Pregi e difetti che si possono annotare già a partire dall'opener, "Across the Sea", ma saranno i primi ad avere la meglio, grazie a episodi come le ritmate, ma dal buon appeal melodico, "Bright Darkness" e "The Calling", a "Thunderheads" e "The Eyes Open Wide" (potenti e thrasheggianti) o all'avvincente titletrack conclusiva, tanto da far guardare a "Temple of Judgment" come ad una delle più interessanti e intriganti uscite nel genere degli ultimi tempi.

Che i mercanti siano cacciati dal Tempio... il Metal è destinato ai soli Defenders of the Faith. E i Savior From Anger rientrano tranquillamente in questa famiglia.



I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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