Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:32 min.
Etichetta:Invictus Productions

Tracklist

  1. INTRO
  2. BLASTED DEATH
  3. BLACK ADORATION
  4. JACKAL HEAD
  5. ANCIENT RETURNS
  6. A WITCH SHALL BE BORN (DAUGHTER OF DARKNESS)
  7. HADES SON
  8. HIDEOUS OBSCURE
  9. OCCULT BURIAL

Line up

  • Joël Thomas: vocals, bass
  • Dan McLoud: guitars
  • Dan Lee: drums

Voto medio utenti

Prima che inizi a parlarvi degli Occult Burial devo fare due piccole premesse. La prima è che intorno alla band regna il più oscuro mistero. Poco e niente infatti si sa del trio in questione, se non che è nato ad Ottawa, Canada, nel 2013, e che dopo una manciata di demo la Invictus Productions lo ha messo sotto contratto per la pubblicazione del suo primo full length. La seconda premessa è che nel 2014, un anno soltanto dopo la loro nascita, il buon vecchio Fenriz, che di marciume e di underground se ne intende decisamente, li ha nominati band of the week, come già precedentemente (e successivamente) capitato a tante alte band agli esordi. Questo, oltre ad avergli dato una notevole spinta nel trovare il contratto con l’etichetta irlandese, vi può già far capire di che tipo di band stiamo parlando.

1984, quasi ‘85 (cit.), questo il periodo in cui sarebbe piaciuto vivere ai tre ragazzotti nord americani. E questo il periodo in cui sembra si siano fermate le lancette per loro. Thrash metal primordiale, quindi, di quello ultra scarno e minimale, con Hellhammer, Possessed e Bathory come fonte di ispirazione. E devo ammettere che, ancora una volta, il buon vecchio Fenriz c’ha visto lungo, in quanto pur nella loro semplicità e per certi versi scontatezza, i nostri ci sanno dannatamente fare.

Vi sembrerà di fare un tuffo nel passato, e vi assicuro che se non ve l’avessi detto in apertura di recensione, avrei tranquillamente potuto spacciarvi Hideous obscure per qualche demo inedito ritrovato in chissà quale scalcinato baule in qualche oscura cantina puzzolente di muffa. Sinceramente segnalarvi qualche brano invece che altri non penso abbia molto senso perché questo è un album che va ascoltato con un approccio assolutamente differente. Va da se che, proprio per questo motivo, questa è una release destinata esclusivamente a chi intende il metal in un certo modo. Quindi se storcete il naso davanti all’assenza di mega produzioni, se per voi sono essenziali virtuosismi o suoni moderni, se cercate voci femminili e orchestrazioni, beh, girate al largo, perché qui troverete decisamente tutt’altro.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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