Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2016
Durata:51 min.
Etichetta:Inner Wound Recordings

Tracklist

  1. 'TILL THE BITTER END
  2. REPENTANCE
  3. SIGNS OF FIRE
  4. SHADOW FALLS
  5. THE LANTERN
  6. BELIEVE IN FOREVER
  7. MIDNIGHT ETERNAL
  8. WHEN LOVE AND FAITH COLLIDE
  9. LIKE AN ETERNITY
  10. SILENCE
  11. PILGRIM AND THE LAST VOYAGE

Line up

  • Raine Hilai: vocals
  • Richard Fischer: guitar, vocals
  • Greg Manning: bass, vocals
  • Dan Prestup: drums
  • Boris Zaks: keyboards

Voto medio utenti

Quando gli Americani hanno provato a fare gli Europei (penso ad esempio ai Kamelot o ai Symphony X) spesso sono saltate fuori delle cose interessanti. I Midnight Eternal hanno sicuramente ambizioni simili a quelle delle band sopraccitate ma, al momento, mi sento di dire che la formazione di New York sia tutt'altro che "arrivata". In un filone insidioso come quello del power metal sinfonico ai cinque non mancano punti di forza importanti (ad esempio un senso della misura ammirevole, sempre più raro negli esordienti, e una certa cura per gli assoli, gustosi e mai fini a se stessi) che purtroppo vengono messi in ombra da altre carenze tutt'altro che trascurabili (in primis le voci, guidate da una front-woman che timbricamente sta a metà tra la cantante dei compianti Aqua di "Barbie Girl" e un chipmunk). Le composizioni non riservano particolari sorprese: ci sono buoni mid-tempo ("Signs Of Fire", "Believe In Forever"), orchestrazioni più pronunciate ma mai invadenti (l'introduttiva "'Till The Bitter End", "When Love And Faith Collide"), brani tirati ("Shadow Falls", con i suoi inserti growl e blast beat), duetti lui/lei riusciti sì e no ("The Lantern"), terzinati tradizionali ("Midnight Eternal" o la conclusiva "First Time Thrill"). Fanno un po' storia a sé "Like An Eternity", 5 minuti dalle tinte progressive che concentrano quanto di meglio questi ragazzi riescono a fare e il (troppo) breve ma gustoso strumentale "Pilgrim And The Last Voyage". Domina per tutta la durata del lavoro una certa sensazione di "plasticosità", dovuta in particolare alle timbriche delle tastiere (l'inizio di "Silence" rimanda più ai Buggles che a una band metal) e all'eccessiva "ariosità" della produzione (tradotto, "riverberi e delay come se piovesse") a cura dell'esperto Tommy Hansen. Come prima prova siamo sicuramente sopra la sufficienza, sta ora al combo concentrarsi sulle proprie caratteristiche migliori e dare velocemente un seguito a "Midnight Eternal" per non finire presto nel dimenticatoio.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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