Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:47 min.
Etichetta:Einheit
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. LORD OF THE SEAS
  2. KONUNG
  3. BREATH OF THE NORTH
  4. AT THE ODIN’S FEAST (INSTRUMENTAL)
  5. TRIUMPH OF WINTER
  6. SOURCE OF MIMIR
  7. ALE (INSTRUMENTAL)
  8. TWILIGHT OF THE AGES
  9. FJELL OG FJORD (INSTRUMENTAL)
  10. BALFOR

Line up

  • Sigurd: guitars, vocals
  • Torvald: guitars
  • Wild: vocals
  • Ainar: drums
  • Hjervard: bass
  • Ilya: keyboards

Voto medio utenti

Il viking metal ha generato negli ultimi anni una serie di creature bizzarre nel nord dell'Europa... orde di barbari come Thyrfing ed Ensiferum ancora convinti di trovarsi a combattere sul campo di battaglia, Finntroll nascosti nel profondo di caverne da cui escono solamente per attaccare i simboli della cristianità, ensemble folkeggianti come i Moonsorrow che ricordano l'allegria e lo spontaneo divertimento della feste paesane. I russi Nomans Land non si capisce bene dove vadano a collocarsi in questo panorama, pur mettendo la componente folk in primo piano e rilegando il viking e il black al ruolo di accompagnatori. Ovviamente i nomi di riferimento sono tutti quelli citati in precedenza: non c'è nulla di originale nella musica dei Nomans Land, dunque se questo genere ultimamente vi ha stomacato lasciate perdere "Hammerfrost". Che tra l'altro eredita anche molti dei difetti del viking metal, tra cui quella pacchianeria che spesso contribuisce a tenere lontane le persone da questo tipo di musica. L'inizio spensierato di "Lord Of The Seas" sembra uscito da una di quelle melodie demo delle pianole Casio, e questo non fa certamente onore all'album, soprattutto se si considera che a mio parere il primo pezzo è proprio il meno interessante di tutto il lavoro. Passiamo oltre senza farci impressionare più di tanto, e verremo ripagati dal vero spirito di questi guerrieri, intenso e vibrante quando c'è da colpire, sollevato e diretto quando c'è da coinvolgere. Le due anime si coniugano abbastanza bene, suddividendosi in maniera naturale tra pezzi strumentali e non. Nei primi è evidente quanto sia importante il folk costruito con la sovrapposizione di più melodie, che ha fatto nascere in me una domanda: "questi russi avranno sentito gli Elvenking?" Si, perché il gruppo nostrano è citato ben più di una volta, e se fosse pura casuale comunione d'intenti la cosa sarebbe davvero curiosa. "At The Odin's Feast" sembra proprio uscita da Heathenreel, una somiglianza impressionante! A parte questo, "Hammerfrost" farà felici gli amanti di questa musica (come me), e nessun'altro.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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