Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2015
Durata:21 min.
Etichetta:BBHells Records

Tracklist

  1. PLAY HARD
  2. ANA
  3. PANIC STATION
  4. U'N'ME
  5. FARCE (THE FIRST DAWN

Line up

  • Simone Pannacci: vocals
  • Dave Tavanti: bass
  • Michele Tassino: guitar
  • Simone Migliorati: drums

Voto medio utenti

I Kpanic sono un gruppo alternative rock di Perugia e, per quanto mi riguarda, rappresentano un’autentica “sorpresona” in un genere che ho amato follemente e che negli ultimi tempi di rado mi ha riservato sussulti emotivi veramente significativi.
In particolare, mi hanno ricordato i tempi in cui Korn, Orgy e Deadsy erano gli artefici principali di un suono straordinariamente coinvolgente e iconoclasta, capace di cancellare i rigidi confini stilistici e di sovvertire “l’ordine costituito” con la forza dell’entusiasmo e di una scintillante e sediziosa verve espressiva.
Beh, oggi sappiamo che le cose non sono andate esattamente come ci si aspettava e che quella vibrante forma di crossover ha smarrito troppo presto il proprio avvincente impulso creativo, ma se ascoltate attentamente “Panic station” vi accorgerete che l’effimero fenomeno ha comunque lasciato “semi” vigorosi lungo il suo passaggio, dando origine a floridi virgulti, degni di cotanti progenitori.
La componente puramente “innovativa”, nell’opera degli umbri, è per ovvi motivi meno evidente che in quella dei loro modelli e tuttavia non è per niente facile “ispirarsi” a un sound tanto riconoscibile e riuscire ad apparire “freschi” e trascinanti a tal punto da istigare un contatto reiterato con questo fascinoso Ep.
Il segreto? La capacità di scrivere brani sempre avvincenti e incisivi, edificati su strutture care a impareggiabili numi tutelari (aggiungiamo all’elenco anche Filter, A Perfect Circle e The Cure …), eppure sempre parecchio fantasiose e, soprattutto, assolutamente catalizzanti.
In questo modo, anche la laringe assai Davis-iana (una delle voci più influenti del settore, tra l’altro …) di Simone Pannacci s’inserisce perfettamente in un contesto musicale nervoso, mutevole e ammaliante, in grado di soggiogare i sensi fin dalla pulsante e ipnotica openerPlay hard”, passando subito dopo per le scansioni ritmiche danzerecce e le linee chitarristiche di “Ana” (vagamente alla The Killers) e per la strisciante e irresistibile schizofrenia (molto Korn-esque) della title-track, approdando, infine, all’irresistibile magnetismo di “U'n'Me” e dell’anthemFarce (The first dawn”, in cui le suggestioni new-wave si rafforzano e colorano ulteriormente un programma appassionante e davvero troppo breve.
Mentre premo per l’ennesima volta il tasto play, già pregusto il momento in cui il mio apparato cardio-uditivo potrà essere investito da nuove scosse soniche (magari in misura maggiormente corposa …) prodotte da questa solida promessa dell’underground alternativo internazionale. Attenderò molto?
Recensione a cura di Marco Aimasso

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