Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2016
Durata:135 min.
Etichetta:Roadrunner Records

Tracklist

  1. ACT I: DESCENT OF THE NOMACS
  2. DYSTOPIAN OVERTURE
  3. THE GIFT OF MUSIC
  4. THE ANSWER
  5. A BETTER LIFE
  6. LORD NAFARYUS
  7. A SAVIOR IN THE SQUARE
  8. WHEN YOUR TIME HAS COME
  9. ACT OF FAYTHE
  10. THREE DAYS
  11. THE HOVERING SOJOURN
  12. BROTHER, CAN YOU HEAR ME?
  13. A LIFE LEFT BEHIND
  14. RAVENSKILL
  15. CHOSEN
  16. A TEMPTING OFFER
  17. DIGITAL DISCORD
  18. THE X ASPECT
  19. A NEW BEGINNING
  20. THE ROAD TO REVOLUTION
  21. ACT II: 2285 ENTR'ACTE
  22. MOMENT OF BETRAYAL
  23. HEAVEN'S COVE
  24. BEGIN AGAIN
  25. THE PATH THAT DIVIDES
  26. MACHINE CHATTER
  27. THE WALKING SHADOW
  28. MY LAST FAREWELL
  29. LOSING FAYTHE
  30. WHISPERS ON THE WIND
  31. HYMN OF A THOUSAND VOICES
  32. OUR NEW WORLD
  33. POWER DOWN
  34. ASTONISHING

Line up

  • James LaBrie: vocals
  • John Petrucci: guitars
  • John Myung: bass
  • Jordan Rudess: keyboards
  • Mike Mangini: drums

Voto medio utenti

Avere la possibilità di ascoltare ripetutamente e con calma la maestosa Rock Opera dei Dream Theater, dal titolo “The Astonishing”, mi ha sicuramente permesso di avere un parere più completo e approfondito su un album che, inutile negarlo, è talmente lungo ed articolato che necessita di tempo, attenzione, ripetuti ascolti per cominciare a risultare omogeneo anche alle orecchie del fruitore.

Due cd, 34 canzoni, 135 minuti di rock, metal, prog (ma senza esagerare) e molto altro, il tutto costruito intorno ad una storia distopica sgorgata dalla penna del guitar mastermind John Petrucci. Siamo in un futuro in cui il Great Northern Empire of the Americas controlla con mano dispotica tutta la popolazione, impedendo (tra le altre cose) la diffusione della creatività e della musica; a tale scopo, come in un novello Big Brother, nel cielo ronzano i NOMACS, acronimo di NOise MAChineS, che con il loro ‘rumore’ controllano e sottomettono l’estro e lo spirito creativo della popolazione, ritenuto pericoloso e destabilizzante. Ma nel piccolo villaggio di Ravenskill già si parla di un ragazzo, Gabriel, che sembra avere il Dono della Musica, e che già sta diventando un simbolo di rivolta e di possibile redenzione per la popolazione oppressa dall’Impero…
L’avvincente trama si svilupperà lungo tutto l’album, non perdendo mai (e questo è bene averlo in testa, nell’approcciarsi a questo monolitico lavoro) la posizione centrale; ciò significa che ogni nota che ascolterete in “The Astonishing”, ogni movimento, ogni brano, è messo lì apposta per servire alla narrazione, e non viceversa. L’idea di mettere in piedi una sorta di Rock Opera, di conseguenza, costringerà la band a piegare le proprie incredibili doti al servizio di un copione che spesso procede su territori morbidi e sussurrati, e raramente lascia andare le redini. Cosicché, ed è meglio chiarirci subito, “The Astonishing” DEVE essere ascoltato come la colonna sonora di un musical, più che come un doppio album metal progressive.

Apre (realmente) le danze “Dystopian Overture”, che nel classico stile “Six Degrees”-“Scenes from a Memory” contiene tutti i motivi portanti dell’intero lotto, riarrangiati come una sorta di “opening scene”. Da subito dopo, ossia con "The Gift of Music", si entra nel vivo, ed è più che doveroso fare un plauso alle incredibili doti interpretative del singer James LaBrie che, come anticipato da Petrucci in varie interviste, stavolta si supera nell’interpretare sei o sette personaggi diversi, riuscendoci quasi sempre ed eleggendosi a vero protagonista del platter. I movimenti, soprattutto nel primo cd, procedono con brani quasi sempre brevi e non troppo carichi musicalmente, visto che la storia inizia a dipanarsi solo adesso. La band ‘alza la testa’ solo in pochi brani, tra cui “A Better Life”, “A life left behind” o la splendida “A new beginning”, per il resto sono le melodie di Rudess e la voce di James a trainare le fila della narrazione. Attenzione in particolare a “Brother, can you hear me”, che contiene il vero motivo portante di tutta l’opera, e che sentirete ripetuto in una miriade di diversi arrangiamenti qui e là, fino alla fine del platter. Un primo cd più d’atmosfera che di impatto, che comunque non manca di sorprendere con inusuali arrangiamenti, come il movimento quasi tango di “Lord Nafaryus”, l’emozionante “Three Days” o il drammatico rock di “The Road to Revolution”.

È il secondo cd che invece darà qualche soddisfazione in più al fan ‘medio’ dei DT, visto che, grazie anche all’incalzare della storia, i cinque musicisti cominciano a pestare con più convinzione per sorreggere scene più cariche di pathos. Mi riferisco in particolare a “Moment of Betrayal”, sicuramente uno dei brani migliori del lotto e già dato in ascolto al pubblico, alla drammatica “The Walking Shadow”, al lento strappalacrime “Losing Faythe” o al power rock di “Our New World”, che ci porta verso un finale che mi sarei aspettato più carico ed esplosivo, e che invece (come molte sezioni all’interno del cd) tende ad ammorbidirsi e a scegliere la strada della melodia piuttosto che quella della tecnica o dello strabiliare con sezioni prog, che qui sono davvero pochissime, al netto della indiscutibile capacità esecutiva della band.


Tiriamo le somme: una storia avvincente e ben raccontata, un LaBrie in stato di grazia assoluta, una band troppo spesso sacrificata sull’altare della Rock Opera, un cd con troppe parti interlocutorie e pochi highlights, per un lavoro ambizioso oltre ogni aspettativa, che a me ricorda molto una sorta di ‘Jesus Christ Superstar’ suonato ed arrangiato con il gusto di oggi. “The Astonishing” è il parto di una band che di sicuro ha tentato di stupire e superarsi, spiazzando completamente l’ascoltatore e tentando la carta del concept-musical. Giudicare tutto questo e condensarlo in un numerino, come immaginerete, è impresa ardua se non impossibile. Impresa che assolvo tentando di sommare un po’ tutte le aspettative non soddisfatte, i momenti esaltanti, la prestazione tecnica e l’incredibile lavoro in fase di stesura di un album gargantuesco. Mai come adesso, attendiamo i vostri pareri personali, che giocoforza dipenderanno da chi siete, dove andate, cosa volete. Un fiorino!








Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 feb 2016 alle 13:46

sinceramente non gli do più di un 6 giusto per premiare lo sforzo di immaginazione della storia del concept. poi personalmente hanno smesso di fare album seri dai tempi di awake, poi sono diventati una cover band dei pink floyd....(la marcetta dei soldati in stile the wall di a better life se la potevano evitare). Molto più innovativo e interessante l'ultimo lavoro di buonanima david bowie

Inserito il 12 feb 2016 alle 11:29

Quindi, marcoozzy84, direi che la noia è molto meno... prova a pensare se mentre ti stai gustando un bel rapporto con una bellissima donna ogni cinque minuti fossi interrotto da qualcuno, anche solo per un minutino, beh il ricordo che ne avresti non sarebbe eccezionale, pur essendo il tempo di godimento nettamente superiore alle interruzioni, giusto? Da un bel po' di giorni lo ascolto continuamente in macchina, ma resto della mia idea. Non dico che non sia bella musica e suonata bene, ma io credo che in fase studio Myung e Mangini si siano annoiati da morire. Su 34 canzoni ci sono 25 "ninna-nanne" più o meno...poi è un album troppo cantato, a discapito delle parti strumentali che sono ridotte al minimo. E di prog ce n'è proprio poco a mio parere. Io preferisco le canzoni lunghe, dove la loro tecnica non viene "limitata" a vantaggio della storia..

Inserito il 12 feb 2016 alle 00:56

Ieri ho finito di prepararmi una versione dell'album che dura 99 minuti e 27 secondi (taglia e cuci fatto con i potenti mezzi di una vecchia versione free di virtual dj) e sinceramente sentito così è un autentico, meraviglioso capolavoro. Di pezzi interi ne ho tagliati pochini: i cinque NOMACS, act of faythe, begin again e whispers on the wind. Inoltre ho tagliato qualche intro o qualche coda che a mio avviso appesantiva. Non è che non ho niente da fare. Ho fatto per due notti le tre del mattino, ma volevo vedere cosa ne veniva fuori... ed è la solita questione, se questi incredibili musicisti usassero un pochino più le forbici (insomma sono sempre 100 minuti!!!) darebbero vita a immensi capolavori. Quindi, marcoozzy84, direi che la noia è molto meno... prova a pensare se mentre ti stai gustando un bel rapporto con una bellissima donna ogni cinque minuti fossi interrotto da qualcuno, anche solo per un minutino, beh il ricordo che ne avresti non sarebbe eccezionale, pur essendo il tempo di godimento nettamente superiore alle interruzioni, giusto?

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