Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:42 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. BEGIN AGAIN
  2. NOTHIN CAN STOP ME
  3. THIS IS A WAR
  4. OH NO NOT AGAIN
  5. ALIVE
  6. YOU SAVED ME
  7. RISE UP
  8. WHERE I'M FROM
  9. THE SUFFERING
  10. HOW IS THIS PROGRESS ?
  11. YOU LIE
  12. DESCEND
  13. WORK

Line up

  • Zoli Teglas: vocals
  • Brett Rasmussen: bass
  • Brian Balchack: guitar
  • Craig Anderson: drums
  • Kevin Kilkenny: guitar

Voto medio utenti

Effettivamente inquadrare questo gruppo nel filone "extreme metal" è un po' arduo a mio parere. La musica di questi Ignite ( gruppo Di Orange County, California, attivi dal 1993 con cinque album alle spalle ) piu' che hardcore, dovrebbe essere classificata come metalcore seppur molto potente. Confusi? Si sa, le classificazioni spesso sono boriose e fuorvianti ma l'ascolto dell'ultimo lavoro " A War against You", se da un lato ci presenta una band con radici sicuramente nell'hardcore, dall'altro ci impone una componente melodica talmente predominante da farceli allontanare mille miglia da gruppi quali Sick Of It All, Madball, Agnostic Front, Hatebreed o Suicidal Tendencies. Qui i brani sono si veloci, con chitarre ben in evidenza e la voce del singer Zolti Teglas imperiosa, forte, chiara ed incisiva, ma ciò che manca, o per meglio dire, che viene un po offuscata è la cattiveria, la crudezza, lo spirito oltraggioso dell'hardcore. Beninteso, le canzoni ci sono e sono sostenute da belle melodie ed anche ben suonate e la produzione, a cura di Cameron Webb, è una garanzia. Brani quali l'opener "Begin Again" col suo chorus iniziale, "Nothin Can Stop Me", "Where I Am From" col loro andamento rock - melodico ci ricordano i migliori Linking Park. "How Is This Progress" ha un incedere piu' tipicamente hard rock, mentre in "This Is A War" e "You Lie"i ritmi si fanno piu' minacciosi.

Molto interessanti le liriche che, come ha detto il frontman, parlano dei problemi visti da una prospettiva personale e politica mediata dalla saggezza legata all'età. Ecco quindi esaltata la lotta per l'immigrazione e l'orgoglio della propria appartenenza etnica in "Alive " e "Work" (bellissima ballata che chiude il lavoro), oppure i drammi dei rifugiati siriani in "The Suffering" o ancora sulla tristezza e la desolazione che la guerra portano al genere umano, nella titletrack.

Come li inquadriamo allora questi Ignite? A voi l'ascolto (consigliatissimo) ed il giudizio.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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