Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2015
Durata:45 min.
Etichetta:Underground Symphony
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HYPOCRISY
  2. NOBODY WILL BE IN YOU
  3. GHOSTS (FROM YOUR INNER ABYSS)
  4. DESIRELESS FUTURE
  5. SLEEPING BLACK BEAUTY
  6. LIVING AGONY
  7. FATE
  8. SLAVES OF YOURSELF
  9. LORD BYRON

Line up

  • Francesco Civardi: vocals
  • Raffaele Salomoni: guitar
  • Alessandro Battini: keys
  • Emmanuele Torchio: bass
  • Paolo De Vecchi: drums

Voto medio utenti

I Ghost City hanno raccolto l'eredita degli Orion, che ricordo ancora con piacere alle prese con "Illusory Existence" risalente al 2002, poi li avevo incrociati solo in tempi più recenti, e con la nuova denominazione, in occasione di "Tales of the Northern Sword – A Tribute to Heavy Load", dove riprendevano "Singing Swords".
"Tragic Soul Symphony" è pertanto un disco che si è fatto attendere, ma quando si presenta all'appello lo fa nel migliore dei modi, a partire da una affascinante copertina (realizzata dall'artista francese Alexandra V Bach) per passare poi al contenuto musicale.

"Hypocrisy" ha dalla sua una ritmica incisiva e ben presente, con gli intarsi delle tastiere che ingentiliscono il tutto, non è un caso quindi che "Nobody Will Be in You" si avvi proprio su queste coordinate, un brano che lascia trapelare tutta la propria teatralità e reso meno convenzionale rispetto all'opener per alcune intuizioni corali e arrangiamenti che ne fanno risaltare la personalità. Quella stessa personalità che i Ghost City mantengono anche quando sconfinano in capo Power Symphonic con "Ghosts (from Your Inner Abyss)", uno degli highlight del disco, grazie anche ad un superbo Francesco Civardi e alla prova sui tasti d'avorio di Alessandro Battini. Cangianti anche le successive "Desireless Future", "Sleeping Black Beauty" e, più avanti nella tracklist, pure "Fate", in grado di fondere e dosare soluzioni e influenze (li si può cogliere spaziare da Savatage e Rhapsody agli Angra e Dark Moor) diverse. La datata "Living Agony" (era l'opener di "Illusory Existence") ha un approccio più diretto e frontale, pur non quanto la versione originale, mitigata dai nuovi arrangiamenti e soprattutto dall'approccio vocale di Civardi, subentrato nel tempo a Matteo Bravi che aveva invece cantato sul già citato demo.
In coda altri due pezzi, "Slaves of Yourself" e "Lord Byron", su quest'ultima incrociamo come ospite Roberto Quassolo, cantante dei Dark Horizon (nei quali milita anche Alessandro Battini), episodi che risalgono entrambi agli esordi del gruppo, anche questi ottimamente contestualizzati nel nuovo cammino musicale dei Ghost City.

Un percorso che, ora che finalmente sono tornati in carreggiata, vorremmo vedere affrontare dai Ghost City con passo costante e spedito.



I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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