Copertina 6

Info

Anno di uscita:2005
Durata:38 min.
Etichetta:Victory
Distribuzione:GetSmart

Tracklist

  1. SO I HEARD YOU JOINED A CONVENT
  2. TEXA$ WITH A DOLLAR SIGN
  3. GOLD DUST VS. STATE OF ILLINOIS
  4. WHAT WERE YOU THINKING?
  5. TAMPA BUM BLUES
  6. RESTRAINING ORDER BLUES
  7. THE FUTURE IS NOW
  8. VAN BUREN
  9. FROM THE DESK OF B. LARSEN
  10. BUILDING A BETTER CITY BY DESIGN
  11. SIMPLE MINDS, SIMPLE LIVES

Line up

  • Mark Rose: vocals, guitars
  • Dan Lowder: guitars
  • T.J. Minich: bass
  • J.D. Romero: drums

Voto medio utenti

È bene che dica subito una cosa: il lettore medio di Eutk non troverà molto interessante questo cd, anzi non si preoccuperà neanche di andarselo ad ascoltare quando leggerà a quale genere è dedito il gruppo che lo ha realizzato... Io sinceramente non posso dargli torto, perché di solito chi ama il metal (e in generale un po' tutte le sonorità più estreme e pesanti) non è molto attratto da release come questa, che potrebbero quasi esser definite "commerciali". Gli Spitalfield sono in giro da diversi anni (esistono dal 1998...) e hanno all'attivo la pubblicazione di alcuni ep e di un full-lenght intitolato "Remember right now" (2003). Il nuovo "Stop doing bad things" è il classico lavoro che farà la gioia dei teen-ager appassionati di punk-rock "felice" e di alternative rock "da classifica" (quello che va in heavy rotation su Mtv, tanto per intenderci...), ma come ho già detto difficilmente entusiasmerà chi predilige stili meno "easy" e immediati. In realtà non c'è niente di sbagliato nel sound proposto dai quattro ragazzi di Chicago, difatti i loro brani sono ben costruiti e ben suonati (oltre che piuttosto piacevoli da sentire), ma certo non dicono nulla di nuovo e soprattutto non hanno quel qualcosa di speciale che potrebbe farmi evitare di etichettarli come musica "usa e getta". Visto gli ultimi trend mi viene addirittura da pensare che molti di essi potrebbero essere usati per qualche stucchevole pubblicità televisiva, magari di un chewing-gum o di una bevanda energetica (!!), ma quello che è certo è che funzioneranno benissimo nelle radio. Riguardo alle influenze e alle eventuali somiglianze con altre band, beh c'è da dire che il singer Mark Rose e i suoi tre compagni si considerano debitori di gente come Jimmy Eat World, Foo Fighters e The Promise Ring, ma se io dovessi paragonarli a qualcuno il primo nome a venirmi in mente sarebbe senza dubbio quello degli Sugarcult. Non credo che ci sia bisogno di aggiungere altro a questo punto, se non che di gruppi come gli Spitalfield ce ne sono troppi in giro, e che non se ne può davvero più di ascoltarli...
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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