Copertina 6,5

Info

Demo
Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:35 min.

Tracklist

  1. BEER 'N' ELECTRIC GUITARS
  2. DON'T FORGET MY NAME
  3. WITHOUT GLORY
  4. ESCAPE!
  5. GOOD RAZOR
  6. NECROPOLIS (MANILLA ROAD COVER)

Line up

  • Edoardo Röhl: vocals
  • Dario Strinati: guitars, keyboards, back vocals
  • Fabio Gambini: guitars, keyboards, back vocals
  • Luca Quadraccia: bass
  • Mattia Dottori: drums

Voto medio utenti

L'ascolto dell'omonimo EP degli umbri Deed (da Terni) ci porta di fronte al più classico Heavy Metal: pochi fronzoli, nessun isterismo e tanta devozione alla causa.

Anche se talvolta sembrano perdere un po' le redini delle canzoni, come avviene nel corso di "Don't Forget My Name", o tendere ad eccedere con qualche passaggio strumentale sulla lunga (oltre i dieci minuti) e articolata suite "Good Razor", i Deed si muovono senza particolari tentennamenti attraverso un solido Hard & Heavy.
L'opener "Beer 'n' Electric Guitars" apre con piglio e verve le ostilità, mentre la già citata "Don't Forget My Name" muove i suoi primi passi malinconica e riflessiva su degli arpeggi di chitarra per poi calarsi in un ruvido brano tipicamente ottantiano. La più ariosa "Without Glory" è l'episodio che offre maggiormente la possibilità di mettersi in evidenza a Edoardo Röhl, cantante che in alcuni passaggi può ricordare Andy Mück degli Stormwitch ma che in generale riesce a evitare facili accostamenti dando una discreta prova di personalità. Beh... certo non sulla successiva "Escape!": una traccia strumentale dove i Deed convogliano le reminiscenze N.W.O.B.H.M. assorbite ai tempi delle precedenti esperienze come tribute band (di Black Sabbath e Iron Maiden). Nell'incrociarli alle prese con una cover, fa però piacere vederli omaggiare, un po' a sorpresa visti i presupposti , i Manilla Road, riprendendo la loro "Necropolis" (da "Crystal Logic" del 1983)

Una prima uscita che pur a fronte di qualche inevitabile ingenuità lascia davvero pochi appigli per eventuali critiche, se non forse la necessità di mettere meglio a fuoco il proprio guitarwork, soprattutto a livello solista, che non sempre riesce a incidere quando dovrebbe.




You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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