Varathron - The Confessional of the Black Penitents

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:40 min.
Etichetta:Agonia Records

Tracklist

  1. THE CONFESSIONAL OF THE BLACK PENITENTS
  2. SINISTER RECOLLECTIONS
  3. UTTER BLACKNESS
  4. UNHOLY FUNERAL
  5. CASSIOPEIA'S ODE
  6. DESCENT OF A PROPHETIC VISION
  7. KABALISTIC INVOCATION OF SOLOMON

Line up

  • Stefan Necroabyssious: vocals
  • Achilleas Crown: guitars
  • Sotiris: guitars
  • Stratos: bass
  • Haris: drums

Voto medio utenti

Diamo a Cesare quel che è di Cesare: l’unico, illustrissimo cattedratico di black metal ellenico altri non è se non il nostro Dopecity. Il quale, oltre a una cultura sesquipedale sul tema, vanta anche un certo numero di annetti sul groppone, il che gli ha permesso di seguire in diretta le epiche gesta dei prime movers Rotting Christ, Necromantia e Varathron.
Il sottoscritto, invece, si sente maggiormente legato al black greco più sperimentale, avanguardistico e “moderno” di realtà come Aenaon, Spectral Lore, Transcending Bizarre? e Hail Spirit Noir, ma credo ciò dipenda dal fatto che, al contrario di Beppe, io sia ancora molto giovane.

Scherzi a parte, non ho imbarazzo alcuno nell’ammettere di aver iniziato ad apprezzare la band di Ioannina solo da pochi anni, visto che il mio primo assaggio, avvenuto nel 2005 con Crowsreign, non mi aveva lasciato in bocca un retrogusto particolarmente piacevole. Ci ha pensato l’ultimo, spettacolare Untrodden Corridors of Hades a farmi innamorare definitivamente dei Varathron, e a convincermi ad esplorare in modo approfondito la loro cospicua discografia.
Meno male: non sapevo cosa mi stavo perdendo!

Ad ennesima riprova dell’ottimo stato di salute di cui gode il gruppo, irrompe oggi sul mercato un bell’EP, “The Confessional of the Black Penitents” -che conferma altresì, come voi stessi potete constatare, la recente passione per titoli quasi wertműlleriani-. Oltre che bello (anche grazie al suggestivo artwork, opera, se non erro, del pittore simbolista Carlos Schwabe) lo definirei corposo, visti gli oltre 40 minuti di musica presenti.
L’esperienza uditiva può idealmente venir frazionata in due sezioni indipendenti: da un lato abbiamo quattro brani registrati live lo scorso maggio in madrepatria; dall’altro possiamo gustare tre succulenti inediti.

Sovvertiamo la tracklist ed analizziamo dapprima le registrazioni dal vivo, affermando sin d’ora che è stato svolto un lavoro più che egregio.
I suoni sono ottimi, la resa strumentale efficace, la prestazione dei musicisti inattaccabile così come la scelta dei brani (una considerazione: a fianco di piccoli grandi classici quali “Cassiopeia’s Ode” o “Descent of a Prophetic Vision”, la più recente “Kabalistic Invocation of Solomon” non sfigura affatto).
Personalmente nei live album non gradisco che il pubblico venga rimosso dal mixing, e da sempre al nitore esecutivo prediligo il coinvolgimento emotivo, ma parliamo di gusti -senza contare che, trattandosi di black metal, è presumibile che l’apporto dei fans non fosse troppo fragoroso o sopra le righe-.
Bene così, insomma.

Passiamo tosti alla disamina dei tre pezzi nuovi di zecca, inaugurati dalla title track, la quale, nonostante la durata da “canzone normale”, evidenzia uno sviluppo “da intro”: l’incedere atmosferico ed attendista che il cheto tappeto strumentale dipana viene scosso dall’interpretazione canora di un Necroabyssious più in forma che mai.
Niente male, ma forse, trattandosi di un EP, sarebbe stato preferibile partire con maggior sprint.

Nulla è perduto! Ci pensano le successive “Sinister Recollections” e “Utter Blackness” a sistemare le cose, mettendo in mostra tutte le qualità più fulgide della compagine ellenica: songwriting oltremodo ragionato, mai stagnante e mai votato alla velocità fine a se stessa, perfetto bilanciamento tra aggressione e melodia, grande abilità nel combinare partiture black, stacchi death e intrecci chitarristici di matrice classic, tecnica superiore alla media del genere, il tutto donando alle composizioni il consueto feeling mistico e morboso al tempo stesso.
Inutile girarci intorno: ai Varathron, al di là dei sacrosanti gusti di ognuno, va riconosciuto il pregio di aver saputo forgiare una propria identità, in grado di distinguerli in modo netto dalla caotica messe di band estreme sin troppo simili tra loro.

Il voto, pertanto, è da intendersi come meramente indicativo e non rappresentativo della effettiva qualità che i Nostri sono capaci di esprimere. In occasione del prossimo full length, ne sono certo, il giudizio sarà ancor più entusiastico.
Nel frattempo, siete comunque pregati di supportare.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 ott 2015 alle 15:24

Eh allora caro Beppe mi sa che dobbiam farci da parte io, tu e anche i Varathron! :D Diciamo che siam giovani dentro...

Inserito il 28 ott 2015 alle 13:55

Spazio ai giovani!

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