Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:42 min.
Etichetta:Stormspell Records

Tracklist

  1. THE REAPER'S SPIRAL
  2. THE PSYCHOHISTORIANS
  3. THE ENCYCLOPEDISTS
  4. THE MAYORS
  5. THE TRADERS
  6. THE MERCHANT PRINCES
  7. POSEIDON'S CHILDREN
  8. FORTRESS TITAN
  9. CENTAUREAN

Line up

  • James Beattie: vocals
  • Gavin Coulter: guitars
  • Paul Duffy: guitars
  • Dave McCallum: bass
  • David Gillespie: drums

Voto medio utenti

Grandi sensazioni e piena soddisfazione da questo "The Reaper's Spiral" degli irlandesi Terminus, un album d'esordio che, senza alcun preavviso, si propone come una delle migliori uscite dell'anno in corso.

Questo quintetto nordirlandese riesce a farsi notare riscoprendo, e reinterpretando, sonorità che rimandano ai Manilla Road, ma non si può evitare di citare i The Lord Weird Slough Feg di Mike Scalzi, peraltro anche loro pesantemente influenzati dalla creatura di Mark Shelton. Per continuare col citazionismo, si possono anche cogliere richiami a gruppi come Brocas Helm, Solstice e Domine o, guardando a realtà più recenti, Argus, Atlantean Kodex o Visigoth.
Un Heavy Metal caldo, potente, epico, che non scaturisce mai pacchiano o forzatamente derivativo, con effetti davvero sorprendenti pensando ai recenti natali dei Terminus (si sono formati a Belfast solo nel 2012) e alla relativa inesperienza dei musicisti che ne fanno parte.
E di questi non si può ignorare la prova del cantante James Beattie, una voce non particolarmente educata, ma oltremodo efficace e convincente nell'affrontare liriche che nella gran parte dei casi sono ispirate al "Ciclo della Fondazione" di Isaac Asimov, e comunque legate a doppio nodo alla Science Fiction.
Un episodio illuminante ("... Shining through the darkness... ") come "The Encyclopedists" con i suoi toni drammatici ed epici non può essere solo il frutto casuale di una band che pensando alla N.W.O.B.H.M. ha azzeccato il brano giusto, eppoi qui di canzoni giuste ce ne sono - mal contate - almeno altre otto.
Come non apprezzare le chitarre che introducono il cantato prima evocativo poi più fermo che caratterizza l'opener "The Reaper's Spiral" oppure quelle che si accompagnano alla spinta ritmica della seguente "The Psychohistorians", poi surclassata in velocità dall'urgenza di "The Traders" o dal pulsare metallico della battagliera "Fortress Titan", altro momento vincente (" ... Battle hardened, ready to strike... ") e avvincente dell'album.

"The Reaper's Spiral" è un disco che riscopre e recupera il Metal ottantiano, senza demagogia o falsi proclami, che non si lascia massacrare da una resa sonora non adeguata perché esageratamente iperprodotta e moderna oppure, al contrario, fin troppo polverosa e superata.




You want it all, but you can't read it
It's in your face, but you can't read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the review
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 ott 2015 alle 09:00

grande disco! eh? Ho parlato bene anche dei Sadist. vedi che riservo ancora qualche sorpresa? Eh Eh Eh

Inserito il 22 ott 2015 alle 22:05

grande disco! eh?

Inserito il 22 ott 2015 alle 13:57

Mi è arrivato proprio oggi il cd fisico e devo dire curato molto bene. L'artwork ha un effetto profondità che sull'immagine di rete non si percepisce e ne risalta ancora di più la particolarità. Il booklet è di una carta spessa e pregiata, lucida, che mi ha ricordato il lavoro fatto dalla Underground Symphony sulla ristampa del capolavoro dei Manilla Road, The Deluge. Il retro è altrettanto una figata con tutti i marchi dei distributori ben in evidenza e coloratissimi. Insomma un oggettino da collezione.

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