Copertina 9

Info

Anno di uscita:2015
Durata:57 min.

Tracklist

  1. COSMOGENESIS
  2. AGE OF AQUARIUS
  3. WELCOME TO DECADENCE
  4. HARBINGERS OF DOOM
  5. XIBALBA BE
  6. DE APOKALYPSE
  7. DEAD BRAIN
  8. CHOSEN PATH
  9. HUMAN AWAKENING
  10. COLLAPSING UNIVERSE

Line up

  • Paolo Luciano: guitar, bass, synth&programming, vocals
  • Mariano Sanna: drums

Voto medio utenti

Il debut dei Kernel Generation è una delle uscite più attese di questo 2015 per quanto riguarda il panorama italiano (per adesso underground). Dopo l'eccellente EP che avevamo recensito qualche tempo fa, il due piemontese irrompe sul mercato con il primo full-length autoprodotto intitolato "MM12 - Forward the Future" e non delude per nulla le aspettative. Il disco continua nel costruire l'approccio sognante, cupo, metafisico già abbozzato con una sorta di action-painting nel precedente "Human Awakening" e aggiunge nuovi, imprescindibili, deliziosi dettagli. Il songwriting di Paolo Luciano, masterimind e frontman del gruppo, si fa via via sempre più raffinato, mescolando i generi più disparati e riuscendo a creare un ibrido pressoché perfetto non collocabile in alcuna categoria al momento esistente nella nostra musica. Inseriamo difatti il disco in nu-metal, non per accostarlo alla variante tanto in voga nello scorso decennio, piuttosto per mettere l'accento su quanto sia originale il sound dei Kernel Generation.

"MM12 - Forward the Future" comprende alcune tracce che avevamo già incontrato in "Human Awakening" come "Cosmogenesis" ed "Age Of Aquarius", che hanno il compito di introdurci nell'onirico universo, con pennellate apocalittiche, della band piemontese. L'inizio, per chi aveva ascoltato l'EP, non è dunque una novità, ma per gli ignari ascoltatori che si avvicinano per la prima volta alla creazione dei Kernel Generation sarà sicuramente una specie di shock, uno shock tanto piacevole quanto inquietante, che penetrerà nelle vene e non vi abbandonerà sino alla fine del disco (e forse oltre). "Welcome to Decadence" continua nella rassegna di riproposizioni da "Human Awakening", con un riffing pesantissimo e un ritmo trascinante. Il gruppo riesce man mano a slegarsi completamente da qualsiasi costrizione, oltrepassando i limiti del termine "genere", sfondando la porta dell'inconscio, addentrandosi nella mente dell'ascoltatore. "Harbringers of Doom" è la penultima traccia proveniente dall'antecedente EP, avvolgente, opprimente, possente e dolce allo stesso tempo. Arrivano poi alcuni nuovi pezzi come "Xibalba Be", che ci fanno capire quanto i Kernel Generation abbiano solamente scherzato nelle tracce proposte sinora. Un misto di musica tribale, che porta indietro di secoli (se non millenni), un brano stupefacente, affascinante, ricolmo di emozioni che sprizzano ed entrano nel pensiero e nel cuore. "De Apocalypse" innalza ancor più il livello, cambiando quasi totalmente approccio stilistico, ma riuscendo, incredibilmente, a rimanere legata a tutte le canzoni precedenti. La voce ruvida di Paolo Luciano ed il ritmo martellante di Mariano Sanna si intrecciano alla perfezione, trascinando l'ascoltatore in un mondo caotico-ordinato di suoni elettronici misti ad pseudo-gotico con sprazzi di lirica. A seguire il miglior pezzo proposto dai Kernel Generation, "Dead Brain". Un brano che fino a questo momento il sottoscritto ha ascoltato almeno settecento volte talmente è rimasto impresso sin dal primo ascolto. Non anticipo nulla di questa traccia, ve la allego direttamente in fondo alla recensione, una sola parola: meravigliosa. "Chosen Path" impone la scelta della perdizione, rimanendo in quell'universo onirico indecifrabile, ma delizioso, imposto dalla band. Da sottolineare l'interessante intreccio di voci. "Human Awakening" è la title-track dell'EP, che si incastra nella tracklist come il sole alla linea dell'orizzonte al tramonto. Il lungo pezzo conduce alla closing-track, "Collapsing Universe". Una chiusura degna dell'intero "MM12 - Forward the Future", dove elettronica e metallo si fondono in una perfetta mistura che si racchiude nell'oramai stabilito marchio Kernel Generation.

Poche parole in calce a questa recensione. Erano da anni che non sentivo un debut album così. Profondo, elaborato, innovativo. Se le etichette si lasciano scappare una band come questa significa che siamo perduti, che la nostra musica è perduta. I Kernel Generation sono "oltre", oltre qualsiasi altra cosa che il nostro insignificante paese (non solo a livello musicale) sia riuscito a proporre negli ultimi dieci anni, o forse più (al di là della solite copie o brutte copie di power, death, black o -core). Il gruppo piemontese merita tutto il meglio che possiamo augurare. Buona fortuna!

PS: Questa recensione viene scritta dopo sei mesi di ascolti. Non sono in preda a facili entusiasmi.

"Dead Brain"

Recensione a cura di Stefano Giorgianni

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