Copertina 5

Info

Genere:Punk
Anno di uscita:2015
Durata:60 min.
Etichetta:Candlelight Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. STAND UP
  2. ANXIETY
  3. VICTIM OF CIRCUMSTANCE
  4. RAGGED GLORY
  5. EMPIRE
  6. WAYSTED
  7. NOTHING AT ALL
  8. GOOD DAY TO DIE
  9. READ ABOUT IT
  10. FLASH IN THE PAN

Line up

  • Gary Buckley: vocals
  • Dean Tsolondres: guitars/ vocals
  • Stephen "Kingy" King: bass
  • Mark Brabbs: drums

Voto medio utenti

Premettendo che, anche se il punk non è il genere che mi appartiene attualmente, sono comunque stata cresciuta a pane rock, punk e via dicendo. Si ma... il punk quello vero. Visto che parliamo di punk, provo a scrivere una recensione tutt'altro che oggettiva per rimanere in tema di quello che dovrebbe essere la vera essenza di questo genere così discusso.

Di questo disco degli australiani THE TERRACES, intitolato "Empire" mi è bastato ascoltare il primo minuto della prima traccia di questo album per pensare immediatamente: "Hey ma sono i nuovi Green Day o i nuovi Blink 182?" Chiaramente sono certissima che non è quello il vero punk, penso sia abbastanza chiaro per molti. O almeno lo spero. Partiamo dalle melodie. Piuttosto scarne, con i soliti tre/quattro accordi distribuiti sulla solita base strofa, ritornello, strofa, ritornello. Voce che pare distrutta da alcool, sigarette e chissà qualche altro disagio interiore e fin qui ci potrebbe anche stare nel contesto. Suoni e arrangiamenti limitati, che abbiamo già sentito e strasentito, e che mi hanno ricordato un pò anche i cari vecchi Offspring, (però loro negli anni '90 mi garbavano, erano divertenti e spregiudicati in modo genunio, insomma avevano una personalità). Per il resto che dire. Al di là della registrazione che non fa una piega, e un cambio di line-up, nulla da dire è comunque suonato decentemente, quello che non mi convince è tutto l'insieme degli arrangiamenti, dei riff che non hanno uno smalto personale e di tutto l'insieme musicale, che a mio modesto parere, senza far rivoltare nella tomba il nostro amico Johnny Rotten, dovrebbero rivedere perchè, potrei azzardare, le capacità non mancano a questi musicisti.
Recensione a cura di Helena Kiske

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