Aspettavo con trepidazione questo nuovo album degli
Wolfheart, creatura nata dalla mente e dal cuore del genio polistrumentista che è
Tuomas Saukkonen. Un debut album degno di nota, in cui il poliedrico musicista esibiva la propria tecnica suonando praticamente tutto, si poneva come succulento antipasto a questa seconda release, questa volta con una band vera e propria a supportare l'eclettico finlandese, che non esaudisce, a modesto parere del sottoscritto, l'aspettativa cresciuta a monte. Parliamo chiaro sin dall'inizio, il disco vale, e molto, ma non arriva ai livelli sperati (forse ci si attendeva sin troppo, viste le recensioni entusiastiche del precendete
"Winterborn"), regalando comunque quarantasei minuti di musica pregevole e varia.
L'inizio di "
Shadow World" è lasciato ad una seducente melodia di piano che inaugura
"Aeon of Cold". Molto suggestivo è questo avvio, qualcosa di raggelante e rassicurante allo stesso tempo, preambolo di una furia che esplode inaspettata, summa di elementi black-death, con un riffing spaventoso ed una rabbia animalesca. Dall'aggressività si passa poi ad un melodic death di stampo prettamente scandinavo, per successivamente ripiombare nelle gelide braccia della linea di piano iniziale.
"Aeon of Cold" è un saliscendi di emozioni, un alternarsi di istanti che fermano il cuore e dopo qualche attimo lo spingono a tornare a pompare sangue impetuosamente.
"Zero Gravity" ricorda finemente il sound degli Insomnium, dove l'irosa voce di Saukkonen troneggia su un mare in tormenta di melodie di chitarra che coinvolgono e assalgono l'ascoltatore.
"Storm Centre" rispetta il significato del titolo, sembra di stare nel centro dell'occhio della tempesta, quasi immobili, in un mid-tempo governato da riff e con intermissioni acustiche quasi impercettibili in sottofondo. Lo stesso elemento acustico si apprezza nella successiva
"Last Of All Winters", pezzo che mescola black, folk e melodic death, probabilmente una delle migliori tracce di questo
"Shadow World". Ma le emozioni che Tuomas Saukkonen sceglie di regalarci non sono finite qui, un'altra suggestiva melodia di piano apre
"Nemesis", altra traccia che si ricollega al sound che gli
Wolfheart hanno voluto dare all'album: una struttura black-death con melodie armoniose ad impreziosire le composizioni e stacchi acustici a dare un arioso respiro all'ascolto. Il disco sembra però in una certa misura diverso dal debut, con un nuovo approccio, probabilmente volontario, dato dall'intera band.
"Abyss" e la seguente
"Resistance" sembrano quasi provenire dagli sciolti Before the Dawn, mentre la lunga
"Veri", closer del disco, è circondata da un'aura epica, un sunto del disco comprendente tutti gli elementi sino ad ora sviscerati.
In conclusione,
"Shadow World" è un bel disco, accurato in ogni suo dettaglio, ma, come detto precedentemente, forse un po' distante da ciò che ci si aspettava. Nulla toglie che possa far impazzire i fans e gli amanti del Metal di origine finlandese, però un po' di amaro in bocca resta...
Video di "Aeon of Cold"
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