Copertina 7

Info

Anno di uscita:2015
Durata:43 min.
Etichetta:Black Widow Records
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. DEAD DREAMS
  2. FRAGRANT EARTH
  3. MORPHINIA
  4. GENETICIDE
  5. INTO THE REALM
  6. CRYPTONIGHT
  7. GOIN' GREEN
  8. SABBATH BLOODY SABBATH

Line up

  • Rob Graves: guitars, bass
  • Rus Gib: vocals
  • Robert Bogle: drums (#1-4)
  • Dow Ramirez: drums (#5-8)
  • Stephen Bogle: synth, effects
  • Steve Sylvester: guest vocals on “Sabbath Bloody Sabbath”

Voto medio utenti

Ricordo che quando uscì “… And the dead shall rise” furono in parecchi, in un’epoca di scarsissima informazione “metallica” (eravamo nel 1986 …), a chiedersi se il verbo mefitico e conturbante dei Death SS fosse arrivato fino in Texas e avesse influenzato piuttosto pesantemente questi horrorosi Ripper.
Le affinità iconografiche e, in parte, musicali (gli americani ostentavano anche influssi evidenti di primi Judas, Mercyful Fate e persino Manowar, ascoltare “Wake the dead” per referenze …) consentivano di “sospettare”, e con una certa fondatezza, una meritata ammirazione nei confronti dei maestri del dark-sound pesaresi, la cui perniciosa aura artistica, caso anomalo per i tempi, si era effettivamente spinta fino alle sponde del Nuovo Mondo.
A distanza di un trentennio, la presenza di Steve Sylvester (limitata a un cameo nella cover di “Sabbath bloody sabbath” – alquanto riuscita, peraltro - ma a quanto sembra il suo contributo avrebbe dovuto essere ben più ampio) nel terzo albo della band, fornisce una verosimile soluzione definitiva del “mistero” e ci riconsegna una formazione (ritornata all’attività nel 2005, e artefice di un albo nel 2009 dal titolo “The dead have rizen”) abbastanza diversa dai suoi esordi, negli effettivi e nelle sonorità.
Smessi i travestimenti Hammer-iani (anche se a me hanno sempre dato l’impressione di una versione oleografica, tipicamente yankee, di quell’immaginario … ben lontana da quella realmente inquietante dei primi Death SS …) i Ripper di “Third witness”, pur confermando in sostanza l’assetto stilistico e ispirativo, anche sulla spinta della Black Widow (come dichiara Rob Graves, unico membro storico e attuale leader degli Squartatori, nel booklet dell’opera), sacrificano un pizzico del loro tipico approccio tranciante e viscerale sull'altare di un suono maggiormente progressivo e “raffinato”, per un risultato di sicuro intrigante e tuttavia, forse, anche leggermente "normalizzante".
In questo modo, complice anche la voce “educata” di Rus Gib (alla fine fin troppo lineare, sebbene ostenti, sulle frequenze basse, un timbro discretamente fascinoso, vagamente rievocante i toni morbosi di un Rob Halford), è probabilmente andato smarrito qualcosa in fatto di primordiale temperamento (a tratti, ad esempio, si possono scorgere bagliori dell’epic-doom di certi Candlemass … non un “difetto”, intendiamoci, eppure una situazione espressiva un pochino avulsa dall’attitudine del gruppo), un esile detrimento che comunque non evita a “Dead dreams”, “Fragrant Earth”, “Morphinia”, “Into the realm” e “Cryptonight” di rappresentare validissimi ed efficaci agglomerati di note tetre e oscure, capaci di ammaliare senza indugi gli estimatori del genere.
Come si potrà facilmente intuire, preferivo (anche per questioni squisitamente “affettive” …) i “vecchi”, più istintivi e magari pure un po’ primitivi, Ripper … attendo, però, con fiducia, attenzione e simpatia ulteriori sviluppi dal loro comunque interessante “nuovo corso” …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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