Copertina 7

Info

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Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2015
Durata:42 min.
Etichetta:Loma Vista Recordings

Tracklist

  1. SPIRIT
  2. FROM THE PINNACLE TO THE PIT
  3. CIRICE
  4. SPÖKSONAT
  5. HE IS
  6. MUMMY DUST
  7. MAJESTY
  8. DEVIL CHURCH
  9. ABSOLUTION
  10. DEUS IN ABSENTIA

Line up

  • Papa Emeritus III: vocals
  • Nameless Ghouls: guitars, bass, drums, keyboards

Voto medio utenti

I Ghost sono il classico gruppo che mi fa sentire vecchio.
Negli anni della mia adolescenza, allorquando mi fregiavo della reputazione di incorruttibile defender of the faith, avrei maturato un’idea tutt’altro che lusinghiera sul loro conto.

Conoscete meglio del sottoscritto l’elenco di criticità comunemente attribuite al gruppo svedese:
- puntano più sull’immagine e sul marketing che non sulla musica vera e propria;
- a dispetto di tematiche, costumi ed immaginari evocati, non suonano nemmeno metal vero e proprio;
- si fanno portavoce di un satanismo da pop corn, insincero, di mera facciata;
- non possiedono chissà quale perizia esecutiva;
- si limitano a mischiare i Blue Öyster Cult ai Mercyful Fate, semplificandone però il riffing e annacquando il tutto con hooks commerciali, melodie poppeggianti, costruzioni compositive elementari.

Accuse, queste, un tempo più che sufficienti a tenermi a siderale distanza da ogni loro release.
Invece, come potete constatare dal voto in calce, ora che tengo moglie, cane, maturità (?) e un lavoro rispettabile (??), ho gradito eccome.
Già, perché Meliora, se valutato a mente sgombra, senza perdersi in orpelli extramusicali o elucubrazioni su genunità, longevità e qualificazione, si rivela davvero un buon lavoro. Migliore (come lo stesso titolo sembra suggerire) del precedente Infestissumam, e non così lontano dai livelli del fantastico debut Opus Eponymus.

Già ben disposti dall’evocativo artwork a sfondo horror-distopico di Zbigniew Bielak (che vanta collaborazioni, tra gli altri, con Sólstafir, Behemoth e Vader), si viene ulteriormente incentivati all’ascolto dai suoni ottenuti dal produttore Klas Åhlund. Suoni volutamente sottili, tenui, ma robusti qualora necessario -si sentano, in proposito, il groove della linea di basso su From the Pinnacle to the Pit o il guitarwork di Mummy Dust-.
Ciò che più conta: songwriting, ispirazione e freschezza, dopo il pesante tonfo registrato in occasione dell’EP If You Have Ghosts, sono tornati ad assestarsi su livelli più che discreti.

Certo: non si può parlare di capolavoro, né di proposta originale in senso assoluto (l’influenza delle band di King Diamond e Buck Dharma si percepiscono ancora; l’incipit di Cirice mi ha fatto tornare in mente quello di Burn in Hell dei Judas, mentre il main riff di Absolution sembra piuttosto simile a quello di Of Wolf and Man). Nondimeno, il sound dei Nostri rimane semplice e leggero quanto volete, ma comunque pregno di fascino, di suggestioni vintage e di feeling occulto.
Molto fa, in questo senso, l’ormai celebre impostazione vocale di Papa Emeritus (III a questo giro), algido, sacrale, sottilmente maligno come suo solito. I Nameless Ghouls, dal canto loro, completano il quadro con la consueta prestazione, non certo trascendentale ma puntuale ed efficace.

Brani davvero scadenti non ne ho trovati: al netto delle due brevi strumentali -Devil Church e Spoksönat- individuo semmai una sostanziale filler in Majesty, piuttosto anonima e priva di mordente.
Tutto il resto, a mio avviso, fila in modo egregio, con una nota di merito per l’opener Spirit, sorta di compendio delle qualità della band scandinava, e per le splendide linee vocali di He Is, ballatona seventies tanto ruffiana quanto irresistibile.

Se poi per voi i Ghost restano a prescindere un gruppo di buffoni mascherati, amen. Nel mio piccolo, posso solo consigliarvi di concedere a Meliora una chance, rimetterlo nello stereo ed attendere il concerto italico del prossimo novembre.

Ite missa est.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 21 ago 2015 alle 13:46

Sorpreso dall'ottimo primo lavoro e deluso dallo spompato e impalpabile secondo capitolo, trovo Meliora un disco vario, con chitarre finalmente più incisive e linee vocali vincenti. Senza che possa essere inserito in un mero contesto revival '70, il disco riesce a tenersi aperta una porta "commerciale" in modo da poter essere apprezzato anche ai non "addetti ai lavori". Sicuramente finti, sicuramente pompati e costruiti ma altrettanto certamente capaci di scrivere ottimi pezzi. Bisogna prenderli per quello che sono, senza crederci troppo. Non faccio riferimenti a nomi storici perché poi Pippo e Rob si incazzano ;) Bravo Cafo (come sempre), per me tra 7 e 7,5

Inserito il 21 ago 2015 alle 10:27

Grazie mille Polimar! In realtà ammiro molto il tuo modo appassionato e romantico di vivere il metal, e ti assicuro che per alcuni (molti) gruppi anch'io riesco ancora ad infervorarmi come quando ero ragazzo. Con gli anni, semmai, credo di aver imparato a rapportarmi con maggior serenità e distacco critico a dischi come questo, sì leggeri, senza eccessive pretese e "paraculi", ma comunque più che gradevoli all'ascolto. Se poi ciò sia saggezza o rincoglionimento, in franchezza, non saprei dire...

Inserito il 21 ago 2015 alle 09:53

Caro Marco, io invece che mi sto rendendo sempre di piu' conto di avere un'eterna sindrome adolescenziale, quella tua idea poco lusinghiera (tipo vederli impalati in qualche bella foresta), ce l'ho tutt'oggi e senza nemmeno aver ascoltato mezza nota del disco. Recensione ottima, come sempre.

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