Il mio primo incontro con i Twyster è avvenuto grazie ad un tribute album dedicato ai Saxon, dove questo gruppo tedesco, fronteggiato dalla cantante Coco Voss, faceva un'egregia figura.
Restava da vedere se avevano raggiunto questo risultato solo grazie al valore della canzone interpretata ("Broken Heroes"), oppure se la "forza" era davvero con loro.
Per fugare questo dubbio, arriva puntuale la loro seconda uscita discografica, che segue il debutto nel 2002, intitolato "Lunatic Siren". Il primo impatto con "Xplode" non è stato certo dei migliori a causa di una copertina anonima e di serie "B". Eppure il passaggio all'aspetto musicale ha messo subito in chiaro che i Twyster sono in grado di dire la loro ed in maniera convincente. Questo vale sopratutto se riferito a coloro che apprezzano un Heavy Metal dalle radici classiche, qui riproposto in un'ottica vicina al power melodico e con qualche spruzzata di Hard Rock.
Se poi da una cantante metal privilegiate più un approccio vocale alla Doro Pesch o Jutta Weinhold (Zed Yago e Velvet Viper), piuttosto di quelle vocals tipiche di Nightwish, Epica o After Forever... beh, Coco è quella che fa per voi.
Delle 13 canzoni presenti su "Xplode" nessuna è particolarmente "esplosiva" o in grado di rappresentare l'album, si tratta, infatti, di un lavoro molto compatto e concreto, a dispetto delle svariate soluzioni affrontate nei singoli brani. Si parte, ad esempio, con "The Fury" un tipico up-tempo powereggiante con doppia cassa a manetta, mentre "Push Me Down" ha un andamento scattoso giocato sulla varietà di tempo e ritmiche. Già da questi primi brani è evidente che se Coco è la prima donna del gruppo, il vero motore è rappresentato dall'ottima coppia ritmica, composta da Oliver Emde ed Andres Vergara-Ruiz, ma anche da Ralf Jahnel che macina riffs e misurati assoli. "Dying Eyes", con quel basso dal pulsare motorheadiano, conferma quanto appena affermato e non lo smentiscono nemmeno i pezzi successivi, le speedy "Under The Elms" e "The Storm Is Back", le rockettare "Don't Say A Word" e "Sweet Nail", oppure la ballad "Follow The Storm", incentrata sulla voce di Coco ed un piano, mentre le origini teutoniche del gruppo sono maggiormente evidenti sulla titletrack e su "Side By Side".
Un album che, senza strafare, rivela un appeal superiore alla media.
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