Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2015
Durata:39 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. DIMENSIONAL ODYSSEY
  2. MISCREANTS
  3. REQUIEM FOR THE ABSURD
  4. THE ANTIDOTE
  5. EGO
  6. THE SENTIENT
  7. THE FINAL STEP
  8. HUMANITY'S EPILOGUE
  9. THE RED PLANET

Line up

  • Michiel van der Plicht - Drums
  • Sanne van Dijk - Guitar
  • Kevin Quilligan - Vocals
  • Mickael Schuurman - Bass
  • Koen Romeijn - Guitar

Voto medio utenti

È abbastanza raro, ma per fortuna non impossibile, sorprendersi ancora per un disco nell'anno di grazia 2015, ovvero, pochi anni prima della fine del mondo per come lo conosciamo, poco prima dell'armageddon datato 13 Aprile 2029. Facciamoci scudo della nostra musica preferita, utilizziamo la potenza del death metal per farci coraggio ed affrontare a testa alta il punto di non ritorno.

Cosa sto farneticando? Ho esagerato con la birra ieri sera? No, o meglio, non solo.

La data appena riportata si riferisce al giorno che (nel 2004) era stato calcolato come altamente probabile per l'impatto del meteorite 99942 Apophis con la terra. Questa data è poi stata ritrattata, i calcoli rifatti, ed infine anche la possibilità d'impatto sembra da escludere. Sicuri? Mah, io non lo so, so solo che grazie a tutta questa storia con cui vi sto annoiando, sono riuscito a godere di uno dei lavori più belli dell'anno in campo death metal.

Gli Apophys sono spuntati apparentemente dal nulla ma alcuni avvistamenti ne fanno risalire la formazione al 2012; analizzandoli più nel dettaglio, se ne possono poi scoprire i componenti, ovvero, God Dethroned, Prostitute Disfigurement, Detonation and Toxocara. Il materiale di base, già di per se altamente violento, è stato fuso e plasmato in modo a ottenere un concentrato death-metallico che ha una stretta parentela con altri minerali metallici chiamati Origin, Dying Fetus, Decapitated, ma non è tutto.

Uscendo da questa impostazione "stellare" della rece e tornando un attimo con i piedi per terra, non posso che lodare quello che il gruppo è riuscito a creare. Praticamente abbiamo un mix di velocità, brutalità e di groove difficilmente riscontrabile altrove, non scherzo. Gli Apophys inglobano in modo eccellente gli ingredienti del death metal più brutale ma sanno essere sempre vari, mai banali o scontati, i pezzi mutano senza essere troppo complessi da seguire, senza avere una tonnellata di riff per canzone. Alla base di tutto sta il groove che non viene mai meno, c'è sempre una forte impronta ritmica, uno spessore palpabile dato che la band sa usare stacchi giusti e perfetti cambi di ritmo, evitando di esagerare e rendere il tutto troppo cervellotico, sottraendosi all'utilizzo della furia cieca o di assurde velocità che, alla lunga, diventano sterili.
Praticamente vecchio e fottuto death metal attualizzato, di quello che sa rimanere denso, malevolo, che ricorda l'importanza dei riff, quello basato su una struttura e un'identità dei pezzi.

Forse non cambieranno il corso della storia ma, in attesa della fine, perché privarci di musica tanto bella?





Immagine
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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