Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:56 min.
Etichetta:Prophecy Productions

Tracklist

  1. NIEDERKUNFFT
  2. DER ENDCHRIST
  3. TOTENTANZ
  4. DEVILS DEVILS EVERYWHERE!
  5. MAGDEBURG BRENNT
  6. GRIMMIG TOD
  7. DIE KIRCH IST UMBGEKEHRET
  8. THE HIEBNER PROPHECY

Line up

  • Alsvartr: Drums, Guitars, Bass
  • Skald Draugir: Vocals

Voto medio utenti

Dopo l'ambizioso "Sòl", uscito ormai quattro anni fa, i tedeschi Helrunar esordiscono per la loro nuova etichetta, la sempre attenta Prophecy Production, con il nuovissimo "Niederkunfft", album che segna un certo distacco, sia tematico che musicale, con l'ambiente Pagan, spesso campo di azione del duo.
Il nuovo lavoro è, infatti, più canonicamente black metal nella sua atmosfera, sempre cupa e minacciosa, e quasi totalmente basato sui mid tempos che, inesorabili, avanzano mettendoci di fronte ad una musica stentorea, possente e al limite dell'asfissia anche perchè, in questa occasione, gli Helrunar hanno molto calcato la mano sulla componente doomish del loro suono.
"Niederkunfft", con tali premesse, viene a diventare un album certamente duro da ascoltare e da digerire: la sua carica negativa, esaltata dall'uso quasi esclusivo della lingua madre, appare evidente e le sue atmosfere non fanno trapelare il minimo spiraglio di luce, relegando l'ascoltatore in un angolo, ovviamente nero, nel quale restare attoniti di fronte ad una furia esecutiva senza compromessi e senza concessione alla facili melodie.
Gli Helrunar confermano di essere una band diversa.
La loro musica è sempre intelligente, suonata con una classe ed un gusto difficilmente riscontrabile nella scena, e caratterizzata da intuizioni come al solito di grande livello.
Per il loro nuovo parto discografico Alsvartr e Skald Draugir hanno optato per un approccio epico e desolante, direi "religioso", che si traduce in partiture durissime e dissonanti che vi impediranno, come ho già ricordato, quasi di respirare e vi sorprenderanno per le improvvise aperture melodiche che, di tanto in tanto, fanno capolino nel grigiore spezzando quel senso di ineluttabile che si respira lungo tutto l'album.
Un album, per tanto, che non è black metal in senso "tradizionale", ma che resta inquieto ed inquietante e che unisce, in modo mirabile, la malvagità del Nord con l'anelito alla morte del Doom in una miscela da maneggiare con estrema cura e rigorosa attenzione.

Gruppo che non sbaglia mai.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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