Fallen - A Tragedy's Bitter End

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:57 min.
Etichetta:Aftermath
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. GRAVDANS
  2. WEARY AND WRETCHED
  3. TO THE FALLEN
  4. MORPHIA
  5. NOW THAT I DIE
  6. THE FUNERAL

Line up

  • Anders Eek: drums
  • Kjetil Ottersen: vocals, keyboards
  • Christian Loos: guitars

Voto medio utenti

I Fallen mi hanno tolto subito il problema di riflettere su quale fosse il genere suonato da inserire nella recensione. Troppo spesso mi capita di perdere un sacco di tempo su una sigla che alla fin fine non vuol dire nulla, pensando se il cd che sto ascoltando sia death/black oppure thrash/death! In questo caso invece non c'è nessun equivoco possibile: i Fallen suonano del doom lentissimo ed oppressivo, che non ha però nulla in comune con l'ultima ondata di doom/death ma si ricollega mirabilmente ai lavori di metà carriera dei My Dying Bride. Ottimo l'operato della band, in un genere che proprio a causa della sua monoliticità offre davvero poche soluzioni alternative per compiere un ottimo lavoro. Invece i nostri, fieri di essere leader del piccolo movimento doom norvegese, eccellono nel creare pesanti ed insistiti riff che non stancano neanche dopo parecchie ripetizioni. Il gigantesco Anders dietro la batteria riesce a farsi apprezzare nonostante le pochissime variazioni nella sua prestazione... diciamo che è sempre preciso e puntuale! Ma la vera perla è la voce di Kjetil Ottersen, perfettamente a suo agio con quelle timbriche basse e gravi a cui il genere ormai ci ha abituato. Non è tutto nero "A Tragedy's Bitter End", anche se con questo colore inizia e si conclude l'album, ma lascia intravedere qualche sfumatura violacea... è grazie agli orchestrali dello stesso Kjetil che un pò di luce riesce ad illuminare le tenebre dei Fallen. Ma non fraintendetemi, il tutto è una lunga marcia fatta di sofferenze, di avvicinamento verso il funerale posto in conclusione. Forti le similitudini con la vita di Einar Fredriksen, storico membro dei Funeral, anche autore di tutti i versi con cui sono stati composti i testi delle canzoni. Non c'è altro da aggiungere: sappiamo tutti quali siano i limiti del doom, e se il genere non è di vostro gradimento farete meglio a tenervi alla larga da questo cd, visto che le coordinate sono seguite alla perfezione. Se "A Tragedy's Bitter End" fosse uscito una decina di anni fa staremmo ancora parlando adesso di un capolavoro.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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