Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:35 min.
Etichetta:Cruz del Sur
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CULT
  2. BY THE NUMBERS
  3. RAW
  4. OPEN YOUR MINDS
  5. PSYCHOS
  6. DEEP COBBLE
  7. ANGER
  8. THE TIME HAS COME

Line up

  • Lizza Hayson: vocals
  • Karla Williams: guitar
  • Szymon Maria Rapacz: bass
  • Miko: keyboards
  • T-Bone Motta: drums

Voto medio utenti

Dopo le Bottom, mi trovo alle prese con un’altra female-band che ha base a New York. Questa volta si tratta di un duo, composto dalla chitarrista di origine giamaicana Karla Williams e della vocalist israeliana Lizza Hayson, le quali hanno dato vita nel ’99 al progetto Mahavatar.
A seguito di un paio di demo che hanno ottenuto riscontro positivo, ora è il momento dell’esordio ufficiale per il quale le due ragazze si sono avvalse di alcuni session-man per la sezione ritmica e le tastiere.
Lo stile Mahavatar è abbastanza complesso, non tanto per una struttura dei brani particolarmente articolata bensì per una sequenza di influenze piuttosto disparate presenti nella loro musica. Evidenti agganci con il metal compresso e pesante delle correnti più recenti, ma altrettanta passione per le tematiche cupe e cadenzate di certo heavy-dark cavernoso, ed ancora gustose pulsioni melodiche che intervengono spesso ad alleggerire l’impatto bellicoso delle canzoni.
Ad intricare ulteriormente la situazione, alcuni dei riffs della Williams ricordano da vicino i tonnellaggi di gente come Down/Black Label Society, mentre la Hayson alterna con sicurezza l’urlo belluino a passaggi più languidi e sensuali che offrono una spolverata di accessibilità al tutto.
Dunque senza inventare nulla di strabiliante, le Mahavatar dimostrano di essere buone artigiane della composizione, variando gli schemi dei brani in maniera efficace e con discreta dose di personalità. Episodi che intrecciano fluidamente feroci e rabbiosi attacchi di matrice nu-metal con ipnotiche e stoneggianti cantilene melodiche (“Cult”,”Raw”), oppure orecchiabilità agrodolci con ambizioni mainstream (“Open your minds”), o ancora spigolosi contrasti tra sussurri ombrosi e potenti refrein drammatici (“The time has come”), per un album che fortunatamente possiede quello strisciante spirito selvaggio e tribale mutuato dalle origini del metal.
Ritmiche massicce ed atmosfere doomeggianti, il debutto delle Mahavatar pone solide basi per una crescita futura, magari con l’apporto di una formazione stabile e consolidata.

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