Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2015
Durata:65 min.
Etichetta:InsideOut Music
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE ONE INSIDE PART 1: NOISE IN THE BACKGROUND
  2. HOLD ON
  3. COMFORT ZONE
  4. CAN YOU SEE ME NOW
  5. KING
  6. THE ONE INSIDE PART TWO - MY COMPANION THROUGHOUT LIFE
  7. DAUGHTER - WHORE
  8. IF WE MUST BE APART (A LOVE STORY CONTINUED)
  9. ODE TO THE ROCK 'N' ROLLER
  10. THE ONE INSIDE PART 3: RELIEF

Line up

  • Rikard Sjöblom: vocals, keyboards
  • David Zackrinsson: guitars
  • Robert Hansen: bass
  • Magnus Östgren: drums

Voto medio utenti

E’ opinione diffusa che i Beardfish, con i precedenti “Mammoth” e “The Void” abbiano raggiunto la piena maturità espressiva.
Nulla da eccepire, stiamo parlando di due gioiellini di progressive illuminati da un approccio emancipato e creativo, non esclusivamente legato alla gloriosa storia del genere, e a quanti si sono beati di tali delizie cardio-uditive voglio solo dire: niente paura, la “magia” continua anche con “+4626 - Comfortzone”, ottavo sigillo di una discografia in crescendo.
Lo standard artistico raggiunto dagli svedesi sembra ormai consolidato, e non per questo si limita a reiterare supinamente quanto già prodotto in passato dalle loro rigogliose sinapsi cerebrali e dalle loro scintillanti dotazioni tecniche.
La connessione tra le varie suggestioni sonore è oggi priva d’indecisioni o slabbrature, per un suono in grado di ostentare un saldo legame con la “tradizione” e apparire simultaneamente “al passo con i tempi”, senza dover ricorrere a forzature o astrusità.
La perfezione degli arrangiamenti e dell’esposizione strumentale è ancora una volta funzionale a un linguaggio musicale tanto sfarzoso quanto istantaneo, lontano da ogni pretenziosità e dai tanti sterili tentativi d’imitazione che colossi come Yes, Genesis, Jethro Tull, Pink Floyd, Soft Machine e Rush continuano a “subire” da tempo immemore.
E allora, affidiamoci con tranquillità a questo continuo saliscendi emozionale, capace di solcare vaporose acque barocche e stranianti rotte (post)canterburiane, di attraversare inquiete foschie o affrontare turbolenti marosi metallici, riuscendo a stimolare l’immaginazione ma anche a sollecitare la parte più fisica dei sensi.
In casi come questi è davvero superfluo tentare d’impegnarsi in una qualche forma di “graduatoria di merito” e quindi mi limito a sottolineare l’abilità della band a mantenere alta la tensione lungo tutti i quindici minuti abbondanti di “If we must be apart (A love story continued)”, a conferma di una vocazione comunicativa non comune.
Se vi ritenete fans del prog-rock, difficilmente potrete fare a meno di un disco come questo …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 gen 2015 alle 23:34

grandissimo album...bello bello... "Se vi ritenete fans del prog-rock, difficilmente potrete fare a meno di un disco come questo … " straquoto!

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