Copertina 8

Info

Anno di uscita:2015
Durata:54 min.
Etichetta:earMUSIC
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. NEWBORN ME
  2. BLACK HEARTED SOUL
  3. FINAL LIGHT
  4. STORM OF EMOTIONS
  5. VIOLET SKY
  6. SECRET GARDEN
  7. UPPER LEVELS
  8. CRUSHING ROOM
  9. PERFECT SYMMETRY
  10. SILENT CALL

Line up

  • Kiko Loureiro: Guitar
  • Rafael Bittencourt: Guitar
  • Felipe Andreoli: Bass
  • Bruno Valverde: Drums
  • Fabio Lione: vocals

Voto medio utenti

Uno degli album più attesi dell’anno che sta per concludersi (o di quello che sta per arrivare), è di sicuro il nuovo lavoro dei brasiliani Angra. Un passato ENORME alle spalle, un futuro spesso costellato di punti interrogativi, ed una svolta recente che li ha visti affiancati dal nostro Fabio Lione, sempre più un monumento al metallo italiano in giro per il mondo. Il risultato è un album, “Secret Garden”, che segna un indelebile ed irreversibile cambio di direzione per gli Angra, un punto di svolta dal quale è impossibile tornare indietro. Sì, se amate quella band giovane e carica di energia, che sapeva fondere il più classico happy power metal con sonorità carioca, se adorate quel sound solare e coinvolgente, preparatevi al funerale. Come un’araba fenice, infatti, gli Angra seppelliscono il loro passato, muoiono e risorgono, più consapevoli, più adulti, più consci dei loro mezzi, e “Secret Garden” è qui a testimoniare di una band che, finalmente, si scrolla di dosso il passato e realizza un album che, sono sicuro, piace prima a loro stessi, e poi, se piacerà a chi lo ascolta, tanto meglio.

Apre le danze “Newborn Me”, e mai titolo fu più azzeccato: il brano è una lezione di prog-metal moderno ed elegante, con un refrain indelebile a cura di un Fabio in forma come non mai. L’unico momento nostalgia ci attende a traccia 2, laddove “Black Hearted Soul” recupera le strutture veloci e le cavalcate a firma Bittencourt-Loureiro che hanno reso gli Angra “gli Angra”. “Final Light” si ammanta di oscurità: chitarre a 7 corde e riffing pesanti e cadenzati si sposano con accenni percussionistici carioca, per fornirci un brano intenso e meditativo, dove la voce di Lione ancora una volta diventa Caronte per guidarci tra le ombre di un brano meraviglioso. “Storm of Emotions” è aperta dal basso di Felipe, mai così presente in un album dei brasiliani, ed ancora una volta sono luci ed ombre, per un brano intimistico e suonato DA DIO. Questi sono i nuovi Angra, prendere o lasciare. Ci pensa la cover di un brano stellare come “Synchronicity II” dei Police a farci vedere cosa s’intende per cultura musicale: i brasiliani riescono a smontare e rimontare un pezzo storico, creando una rasoiata metal, in cui Fabio duetta al microfono con Rafael (non sarà l’ultima volta), creando pathos ed emozioni davvero inaspettate.

L’album si siede un pochino nella seconda parte, laddove “Violet Sky” soffre di attacchi di ridondanza e autocitazione, la title-track cantata da Simone Simons ha una linea vocale piacevolmente disturbante, ma sembra quasi un brano dei Kamelot, e solo “Upper Levels” recupera quella freschezza compositiva della prima parte del lotto, regalandoci una traccia intrisa di Brasile, ricercata e costruita a cavallo del progressive più elegante e puro. Anche “Crushing Room” si siede un po’ sugli allori, pur sfoggiando un riff memorabile ed una guest vocalist del calibro di Doro Pesch, e lascia alla successiva “Perfect Symmetry” il compito di stupirci ancora una volta con un brano energico e coinvolgente dalla prima all’ultima nota. “Secret Garden” è chiuso delicatamente da una “Silent Call” che sa di commiato, un brano delicato e, per noi, il perfetto arrivederci alla fine di cotanta cavalcata sonora.

“Secret Garden” è un album maturo, scritto ed interpretato da musicisti che hanno lasciato alle loro spalle un passato a volte fin troppo ingombrante, che hanno finalmente coscienza del loro valore, e che non hanno più paura ad autoaffermarsi, cercando nella musica ciò che piace a loro. L’innesto di Fabio al microfono è per me un inaspettato successo; non avrei detto che la voce del nostro singer potesse ben adattarsi allo stile degli Angra, ma questo album è qui a smentirmi seccamente; la prova di Lione è maiuscola, ed i frequenti duetti con Rafael non fanno che accrescere il valore di un’opera pregevole come “Secret Garden”. Bentornati, Angra. I missed you.


Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 mar 2018 alle 10:58

Ben tornati...ma a chi? Stavo per mettere un 2 sotto "opinioni", ma il sistema mi dà errore. Poco male, scrivo qua. Con tutto il bene che voglio a Bittencourt, che ho sempre ritenuto l'anima della band (credits alla mano), ma l'IDENTITA' degli Angra, ancora presente con il non inflazionato Falaschi, dov'è? Questa è una compilation disunita di brani sparsi, con voci diverse fra cui prevale quella dell'ex cantante dei Rhapsody. Chiudo citando malinconicamente il (fu) sommo GdC da Metal Shock, recensione di Holy Land: "Signori, ecco a voi la più grande e sensazionale band degli anni'90: Angra". Bei tempi....

Inserito il 15 feb 2015 alle 20:25

Capolavoro? non saprei, ma sicuramente e` un ottimo album. Ottima la performance del nostrano Leone che in alcune occasioni duetta con Bittencort che gia` avevo apprezzato come singer nel suo Bittencourt Project, album che consiglio. Anche l`inserimento, in un paio di brani, delle due vocalist femmili arricchisce ulteriolmente l`album. A tratti mi ricorda un po`Temple of Shadow, album a mio parere secondo solo a Holy Land. CONSIGLIATISSIMO a TT

Inserito il 29 gen 2015 alle 16:42

Mi aggiungo ai commenti per questo disco. Ho voluto ascoltarmelo per bene anche perchè, secondo me, questo è tutto tranne che un lavoro facile (o magari sono io che "ci arrivo poco"). Rispetto ai commenti degli amici che mi hanno preceduto, io sono convinto che gli Angra abbiano, finalmente, confezionato il loro terzo capolavoro. Ci sono voluti quasi vent'anni ma ce l'hanno fatta. Questo disco spazza via i brutti ricordi legati a un disco come Fireworks e all'impresentabile periodo con l'altrettanto impresentabile Falaschi (fatta eccezione per il comunque buon Rebirth). In questo disco gli Angra rimettono la loro firma ad un gruppo di songs sentite e personalissime e con linee vocali, finalmente, degne di nota. Bentornati, sinceramente non ci avrei scommesso un centesimo ma sono felice di essere stato smentito.

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