Enabler - La Fin Absolue du Monde

Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. CLOSE MY EYES
  2. NEW LIFE
  3. NEGLECT
  4. I’VE GOT A BAD FEELING ABOUT THIS
  5. INFORMATION OVERLOAD
  6. BALANCE OF TERROR
  7. WORLD STERILIZATION
  8. THE EXILES
  9. PREY
  10. SICKENED BY THE WAKE
  11. RAIN DARKNESS
  12. FELONY
  13. LINEAR EXISTENCE
  14. CONSEQUENCE

Line up

  • Jeff Lohrber: vocals, guitars
  • Amanda Daniels: bass
  • Ryan Steigerwald: drums

Voto medio utenti

"Nulla di imprescindibile, chiariamo, ma “Shift of Redemption” ha un suo perché ben definito e l’unico rammarico è non poter giudicare la band sulla lunga distanza, visto che questi quattro brani sono davvero pochi per capire se, spinti su un minutaggio più ampio, gli Enabler sarebbero riusciti ugualmente a mantenere l’ascoltatore sul filo del rasoio, oppure sarebbero risultati essi stessi ripetitivi. Per adesso dobbiamo rimanere nel dubbio e goderci questo EP, in attesa di una futura prova più sostanziosa."

Rob, nella sua recensione del precedente EP degli Enabler, era obbligato a rimanere nel dubbio. Io ho la fortuna di poter chiarire la situazione: gli americani sono ripetitivi.
Belli (opinabile), bravi (senza dubbio), noiosi (altrettanto). Nel senso che questa proposta musicale, hardcore praticamente puro con voce sguaiatissima, ha senso con durate inferiori alla mezz'ora ma diventa dannatamente difficoltosa da digerire quando si parla di 14 (QUATTORDICI!!) brani.
Ribadisco, la bravura è fuori discussione, soprattutto tenendo conto del fatto che il mastermind Jeff Lohrber si divide tra microfono e chitarra, ma non basta questo a rendere intrigante un disco intero, a meno che non siate dei grossi fanatici dell'HC californiano, cosa che ahimè io non sono.

E in quanto tale non posso che giudicare negativamente un disco come "La Fin Absolue du Monde", pur riconoscendo agli Enabler una discreta dose di qualità che non affossa del tutto il loro lavoro ma lo rende semplicemente una chicca (non imprescindibile) per appassionati.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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