Come unire la vecchia scuola NWOBHM con US metal e speed, senza risultare pacchiani, finti o noiosi? Alla maniera degli Space Vacation, infilando un po' di hard rock qua e là!

La formazione californiana riesce ad amalgamare le correnti musicali appena citate in modo fresco e convincente, senza eccedere con la cattiveria o con l'uso scriteriato di passaggi e clichè del genere, avvolgendo tutto con una patina hard rock che smussa, leviga, certi passaggi. Il merito di questa impostazione è da ricercare soprattutto nel cantato di Scott Shapiro, mai aspro, anzi, gentile e doppiato in alcune occasioni da cori. Anche la produzione va in questa direzione, fa un passo indietro e lascia parlare gli strumenti e le canzoni, senza gonfiare suoni o enfatizzare passaggi, restando invece molto neutra.

L'acciaio scorre con forza nelle canzoni di Cosmic Vanguard, i pezzi sono vari e riconoscibili, i riff vincenti così come i crescendo melodici, i preziosi inserti di basso dell'altro Shapiro (Mark, fratello del singer) e gli stacchi rallentati. Anche dal punto di vista dei soli, ne abbiamo di belli e ricercati, di quelli che non puntano tutto sulla velocità o sullo sparare più note in meno tempo, ma "costruiscono" qualcosa e sono funzionali alle canzoni. C'è poi da dire che uno dei chitarristi è Kiyoshi Morgan, ascia che a fianco di Geoff Thorpe, ha inciso Razorback Killers dei Vicious Rumors, uno che sa il fatto suo. I pezzi, come detto, non sono selvaggi, ma sanno lanciarsi in scatti di velocità da power/speed, canzoni come Say My Name e soprattutto Battle Jacket e Land of Steel ce lo dimostrano. Quando riescono a miscelare gli ingredienti in modo efficace, come nella title track, saltano fuori canzoni di alto livello, ma anche sui tempi medi e con facili ritornelli rimangono convincenti, sentire Rolling Thunder e The Living Damned per ulteriori dettagli.

Formazione molto interessante che, dopo due dischi passati in sordina, speriamo possa trovare maggiore visibilità con questo nuovo Cosmic Vanguard, i numeri li hanno tutti.