Solefald - Norrønasongen Kosmopolis Nord

Copertina 7

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2014
Durata:37 min.
Etichetta:Indie Recordings

Tracklist

  1. NORRØNAPROGEN
  2. DET SISTE LANDSKAP
  3. NORSKDOM
  4. NORRØNA: LJODET SOM LJOMA
  5. SONGEN: VARGEN

Line up

  • Cornelius Jakhelln: vocals, guitars, melodica, programming
  • Lazare Nedland: vocals, synthetizers, programming

Voto medio utenti

Ormai pare chiaro quanto la luce del sole: i Solefald sono artisti nel senso più pieno e proprio del termine.
Disinteressati al consolidamento di una formula vincente, i Nostri dimostrano una volta ancora di possedere un’urgenza compositiva tesa alla sperimentazione e al rinnovamento, in barba al riscontro commerciale e alle logiche di mercato (che poi: quale mercato?).

Simile modus operandi, per quanto lodevole dal punto di vista etico/morale, presenta comunque coni d’ombra sotto il profilo squisitamente musicale, ed è la stessa storia del metal ad insegnarlo.
L’ennesimo esempio viene portato da Norrønasongen Kosmopolis Nord: l’EP, nei suoi 37 minuti di durata, suggerisce tutto e il contrario di tutto, lasciando socchiuse le porte che conducono all’ala nobile del palazzo e spalancandone altre sulle quali, ahimè, sarebbe stato forse meglio tener ben serrato il lucchetto.

Il Lato A (l’unico formato inizialmente previsto per questa release era il vinile) ci accoglie nel più fastoso dei saloni: Norrønaprogen, coi suoi 11 minuti abbondanti di durata, ammalia grazie a ricami di violino ondeggianti su cupe litanie vocali, per poi stupirci con arrangiamenti progressive anni ‘70 e cori intrecciati dal retrogusto folkish, che si stemperano in schive parentesi d’introspezione nordica e confluiscono in un crescendo finale struggente…
Ennesima trasposizione della bellezza in note da parte del duo norvegese.

Peccato che, almeno per ora, sia anche l’ultima: di tutt’altra pasta, in effetti, si rivela Det Siste Landskap, brano destrutturato e spiazzante in cui impressioni di Depeche Mode e Radiohead vengono declinate da un minimalismo elettronico quasi danzereccio. Il confronto con l’opening track è impietoso a dir poco.

Quei buontemponi di Cornelius e Lazare, invece, sembrano prenderci gusto, tanto da rincarare la dose con Norrøna: Ljodet Som Ljoma, canzone che ripesca la melodia portante –fil rouge dell’intero lavoro, ivi compresa la breve Norksdom- e vi stende un algido canovaccio industrial imbrattato di autoindulgenza e ripetitività.
La conclusiva Songen Vargen riporta in auge le linee di violino, incastonandole in una dolente marcia che mi ha ricordato, fatte le debite proporzioni (parliamo di una delle mie 2-3 canzoni preferite di sempre), la prima porzione di Ad Astra degli Arcturus. Fatte le debite proporzioni, per l’appunto.

Ritengo, in ultima analisi, che Norrønasongen Kosmopolis Nord vada inquadrato alla stregua di mero divertissement estemporaneo, e che la giuria non disponga pertanto di prove sufficienti ad emettere un verdetto definitivo. Dovremo pazientare Kosmopolis Sud, vero e proprio successore del magnifico Norrøn Livskunst, per scoprire quale portone sonoro verrà varcato…
Io il mio desiderio l’ho formulato, e credo sia emerso dalla recensione… ma non posso rivelarvelo, altrimenti non si avvera.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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