Copertina 5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:41 min.
Etichetta:SPV
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. NAMELESS
  2. ENEMY
  3. WANDERLUST
  4. ALL THAT REMAINS
  5. THE TEST
  6. IT'S A LIE
  7. DAZE OF THE WEAK
  8. THE WAY I AM
  9. LAZARUS
  10. BORN OF ANGER

Line up

  • Chris Jericho: vocals
  • Rich Ward: guitars
  • Frank Fontsere: drums
  • Sean Delson: bass
  • Ryan Mallum: guitars

Voto medio utenti

Nati come un semplice divertimento del wrestler Chris Jericho, i Fozzy sono andati ben oltre le aspettative del suo creatore ritagliandosi una certa fetta di notorietà nello spazio di due dischi, infarciti per lo più di cover dei classici metal anni '80. "All That Remains" vorrebbe rappresentare la definitiva maturazione della formazione, finalmente uscita dallo status di cover band e proiettata verso un futuro da gruppo vero e proprio. Ad eccezione dei guest altisonanti coinvolti nel progetto, Zakk Wylde, Marc Tremonti, Marty Friedman ed addirittura il rapper Bone Crusher (sua l'interpretazione di "It's A Lie), "All That Remains" non ha poi molto da offrire, se non il ritorno sulle scene di Rich Ward, straordinario chitarrista degli Stuck Mojo, ora integrato nei Fozzy. Al contrario di quanto i passati dischi avrebbero potuto far immaginare, la musica del quintetto non si dirige verso gli stilemi tanto cari al metal a stelle e strisce degli anni '80; al contrario questo disco presenta delle sonorità moderne, vicine ora all'hard rock più moderno, quello di Creed e Staind, per intenderci, ora al nu metal da classifica. peccato che "All That Remains" non riesca a convincere completamente, mascherando un'impressionante carenza d'idee con una produzione ottima ed una performance tecnica impeccabile. Non mancano tuttavia gli episodi interessanti, "Wanderlust" su tutti, ma l'impressione che si ricava dall'ascolto di questo disco è tutt’altro che positiva. Nonostante i Fozzy si sentano cresciuti ed in grado di lasciare un segno tangibile della loro presenza sulla scena musicale, questi dieci brani non sono ancora sufficienti a farceli prendere in considerazione come una band degna di nota. Finché si è scherzato i Fozzy hanno saputo divertire con le loro interpretazioni di classici del metal, ma quando si tratta di fare sul serio non bastano due riff aggressivi ed una produzione buona per dare vita ad un disco vero.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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