Wasteland - Warriors of the Wasteland

Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2002
Durata:67 min.
Etichetta:Iron Glory
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. X-RAY EYES
  2. KILL THE KILLER
  3. WASTELAND
  4. DREAMS OF HEAVEN
  5. CAN'T WAIT
  6. ATOMIC COFFINS
  7. STILL THE WORLD IS SAD
  8. WARNING
  9. BOMBASTIC CHIEFS
  10. SALVATION (BONUSTRACK)
  11. CALLING OUT TO YOUR NAME (BONUSTRACK)
  12. DECEIDE YOUR DESTINY (BONUSTRACK)
  13. BABYLON (BONUSTRACK)

Line up

  • Roland "Bobbes" Seidel: vocals
  • Davor Sertic: guitars
  • Stefan Leibing: guitars
  • Markus Plattner: bass
  • Klaus Sperling: drums

Voto medio utenti

Quattro settimane di registrazione nel già lontano 1990 ed ecco uno dei migliori demo di sempre usciti dalla Germania! Wasteland... questo nome purtroppo dirà poco o niente a molti di voi, che forse drizzeranno le antenne solo una volta letto il nome del batterista fondatore: Klaus Sperling. Ebbene sì, proprio lui, quel bonaccione tedesco che siede oggi dietro alle pelli dei Primal Fear di Rals Scheepers. "Warriors of the Wasteland" non è un album vero e proprio, bensì un demo autoprodotto e ristampato oggi, dopo quasi tredici anni, dalla tedesca Iron Glory, una label che si rivela ancora una volta come uno dei punti di riferimento indispensabili per i "nostalgici" del vero heavy metal senza compromessi, quello lontano dai business, dalle raccomandazioni degli amici degli amici, tutte tristi realtà che appestano il panorama pseudo-metal odierno. Nove tracce, più quattro bonus-track, per un totale di ben sessantasette minuti di puro power metal d'annata, con incursioni nello speed, trascinato dalla voce semplicemente spettacolare di Bobbes e dal riffing giustamente scarno e tagliente delle due chitarre. Benché si tratti, come detto, di un demo, la registrazione compete qualitativamente con un album, considerando anche che siamo nel 1990. "Warriors of the Wasteland" si apre con la stupenda "X-Ray Eyes", trascinante speed song interpretata magistralmente dalla voce sguaiata e toccante di Bobbes (alias Roland Seidel), che rimanderà come timbrica al migliore Kai Hansen degli esordi o ad un Dirk Schroder degli Iron Angel, seppur conservando una forte dose di personalità. Segue a ruota "Kill the Killer", a mio avviso uno dei pezzi migliori dell'album, con il suo incedere possente di basso e batteria, di quelli che ti fanno alzare al massimo il sub-woofer per far tremare i vetri della macchina (non vorrete mica ascoltare un album del genere in casa sul divano?? Fighette!!). Da "Wasteland" ad "Atomic Coffin", passando per la toccante "Still the World is Sad" (con il suo ritornello che richiama alla memoria la stupenda "The Silence" dal primo Gamma Ray), il gruppo tedesco mostra una capacità compositiva notevolmente sopra la media, anche per quanto riguarda i testi, spesso di forte attualità. Non possono però mancare sfuriate metalliche in piena tradizione '80, ed ecco quindi "Can't Wait", con il suo testo alla "Whiplash" e le sue ritmiche alla Accept. Ad arricchire questo "Warriors of the Wasteland" ecco, come detto, quattro bonus-tracks, nelle quali fa la sua comparsa Stefan Leibling (poi nei Primal Fear), entrato nella line-up verso la fine del '90. La qualità di registrazione dei pezzi bonus, che risalgono al 1991, non compete ovviamente con la altre nove tracce, essendo stati registrati con un casereccio 6-tracks, ma si tratta ovviamente solo di un succulento extra inserito giustamente per arricchire il tutto. Qualcuno si starà chiedendo come mai l'avventura dei Wasteland finì nel 1991 senza mai approdare ad una uscita discografica vera e propria; beh, con il senno di poi, è facile trovare i motivi dello split: i Wasteland semplicemente suonavano nel 1990 un genere che stava ormai scomparendo, inghiottito dalle regole del business e sopraffatto dai trend nascenti. Negli anni in cui il grunge incominciava a spopolare e in cui il mondo del metal sembrava piegarsi a quelle influenze esterne che l'avrebbero poi rovinato del tutto, un demo onesto e dannatamente HEAVY METAL come quello dei Wasteland non poteva andare da nessuna parte. Il voto che trovate qui sotto premia la band, che meritava davvero di fare molta strada, e la Iron Glory, che ci propone ancora una volta una piccola perla imperdibile. Sconsigliato a chi crede che i Korn facciano metal.
Recensione a cura di Lorenzo 'Txt' Testa

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