Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:32 min.
Etichetta:Inverse Records

Tracklist

  1. WALK TO THE MORGUE
  2. PERFECT NORM
  3. WASTED IN HOLLYWOOD
  4. BLEEDING HEART BLUES
  5. JEWEL OF NILE
  6. BUKOWSKI
  7. I WANT YOUR BLOOD
  8. OVERTIME
  9. BACKSTABBER
  10. T.A.B.
  11. WHORING HOLLYWOOD

Line up

  • Juha “Reksi” Kraapo: vocals, rhythm guitar
  • Jesse “Barbi” Vänni: lead guitar and backing vocals
  • Rauno “Sieni” Jalonen: bass
  • Ville “Pastori” Pistool: drums and backing vocals

Voto medio utenti

Che delusione questi Discipline X… I primissimi secondi del loro debut album “Wasted in Hollywood” mi avevano fatto ben sperare. Pensavo di trovarmi di fronte, anche grazie a logo e copertina, ad una fulminante thrashcore band, e invece dopo poco l’entusiasmo è del tutto svanito. Quello che il gruppo sventola come motivo di vanto, e cioè la commistione tra old school punk rock, classic metal e thrash, alla fine risulta essere un minestrone senza né capo né coda, che non ha la spensieratezza del punk rock, né l’aggressività del thrash metal, risultando assolutamente privo di personalità.

Quello che manca maggiormente è la potenza. In entrambi i generi è elemento fondamentale, mentre in questo album tutto sembra ovattato, spompato, senza mordente, e buona parte della colpa, se così vogliamo dire, è del singer Juha “Reksi” Kraapo, che oltre ad avere un tono vocale assolutamente insulso, spesso e volentieri dà l’impressione di cantare contro voglia, giusto per dovere, con tutto ciò che ne consegue. Le undici canzoni presenti ti scivolano addosso senza lasciare il minimo segno, nonostante qualche raro spunto interessante qua e là, ma davvero poca roba rispetto al piattume generale.

Sinceramente mi sono avvilito durante l’ascolto, perché sono sempre disposto a tener conto del fatto che si tratta di un debutto (anche se a guardare la foto del gruppo non mi sembra proprio di avere a che fare che dei ragazzini), sono disposto a considerare i margini di miglioramento, ma “Wasted in Hollywood” è davvero scoraggiante. Riff scontatissimi, linee vocali al limite della denuncia per inquinamento acustico, parti slegate tra di loro (vi sentite tanto bravi da voler mischiare diversi generi? Ok, ma almeno fatelo con criterio!!), svogliatezza conclamata dal punto di vista della prova strumentale. Devo aggiungere altro? Direi di no, sarebbe come sparare sulla croce rossa…

Io ho dovuto anche ascoltarlo più di una volta, nel vano tentativo di scovare qualcosa di valido. A voi consiglio di utilizzare la mezz’ora della durata dell’album per qualcosa di più edificante…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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