Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2014
Durata:49 min.
Etichetta:Metalville

Tracklist

  1. THE LAST TEMPTATION OF CHRIST
  2. DISCIPLES OF THE DRAGON LORD
  3. WAILING WALL
  4. SHADOWCHASER
  5. DIE ALONE
  6. HOODOO CEREMONY
  7. SOUTHERN CONJURATION
  8. WALKER THE STALKER
  9. DESERT NIGHTS
  10. IN THE NAME OF ROCK
  11. CONFESSIONS
  12. SHADOW PRELUDE IN E MINOR (BONUS)

Line up

  • Johan Lindstedt: drums
  • Joachim Nordlund: guitars
  • Jocke Roberg: keyboards
  • Ulf Lagerström: bass
  • Nils Patrik Johansson: vocals

Voto medio utenti

Sono finalmente tornati gli alfieri del metal classico, ovvero gli Astral Doors. Tre anni dopo il bel "Jerusalem" arriva sul mercato questo "Notes from the Shadows", settimo capitolo discografico per la band svedese. Guidati dalla sempre strabiliante voce di Nils Patrik Johansson (Civil War, Wuthering Heights), un redivivo Ronnie James Dio, che incide con la propria ugola tutti i già straordinari pezzi del gruppo scandinavo. Da preannunciare che non troverete una rivoluzione nel sound degli Astral Doors, il combo è fedele al proprio stile, un heavy classico, talvolta più hard rock, dalla raffinatezza inimitabile, con un songwriting attento in ogni dettaglio. Per questo la band di Borlänge può conquistare fans in qualsiasi campo metallico, unendo verosimilmente la maggior parte dell'audience, presentandosi con una proposta che rievoca le radici dalle quali tutti noi veniamo. Non importa se la musica degli Astral Doors non spicchi per originalità, nemmeno che non porti qualche nuova strana contaminazione, bastano solamente sentire i riff che provengono dal passato e la voce di Johansson per far scatenare la fantasia. Non originale non significa però imitativo, scontato, qui di criterio, ricerca e profondità musicale ve ne sono da vendere. "Notes from the Shadows" porta circa una cinquantina di minuti di musica con una elevata varietà di atmosfere destinate ad entrare nella mente e nel cuore dell'amante del Metal. L'opener "The Last Temptation of Christ" riprende laddove "Jerusalem" aveva lasciato, una deliziosa melodia di chitarre introduce la fantastica voce di Nils Patrik Johansson in un ritmo rockeggiante e scatenato, battendo la strada delle lyrics a sfondo religioso che talora si ritrovano nelle composizioni degli Astral Doors. Un chorus accattivante non fa altro che arricchire il già ottimo lavoro compiuto da tutta la band. Più oscura è invece l'apertura della seguente "Disciples of the Dragonlord", un pezzo dalla grande carica e segnato sempre dalla ottima interpretazione di Johansson. "Wailing Wall", pacata nell'introduzione ma infiammata nella prosecuzione, si fa apprezzare per il chorus e per l'eccellente e melodico assolo. "Shadowchaser", una delle migliori di "Notes from the Shadows", con un'anima blues-rock e un'esecuzione molto più personale del vocalist, rientrerà sicuramente nelle setlist del prossimo tour promozionale della band. Altrettanto grandiosa è la successiva "Die Alone", dalla notevole durata di più di nove minuti, misteriosa, con un'atmosfera tenebrosa, con arpeggi e melodie acustiche che esplodono in un possente ritornello, è in continua evoluzione per tutto il suo corso. L'intermezzo hammond "Hoodoo Ceremony", che ricorda molto The Doors e Deep Purple, porta a "Southern Conjuration", un brano che sarebbe potuto essere stato incluso in un disco dei Dio, colmo di ritmo ed energia. "Walker the Stalker", con un bel lavoro in sottofondo delle tastiere e un riffing intrigante, è una bella traccia fra l'hard rock e l'heavy classico, mentre "Deser Nights" ha un sapore retrò con Jocke Roberg sempre protagonista nascosto. "In the Name of Rock" porta sempre il marchio Dio/Rainbow/Black Sabbath ottantiani, passando invece alla conclusiva "Confessions" si incontra un mid-tempo dal sound orecchiabile, adornato da eleganti assoli di chitarra. Da non sottovalutare nemmeno la bonus track "Shadow Prelude in E Minor", una outro acustica suggestiva.
Al termine di "Notes from the Shadows" si è consapevoli di aver ascoltato un album curato in ogni dettaglio, dal taglio classico ed signorile, che farà felice tutto il pubblico metallico. Un ascolto è dunque d'obbligo per tutti.
Recensione a cura di Stefano Giorgianni

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 03 set 2014 alle 09:40

Concordo con polimar72, ascoltato anche questo, ma già con Astralism si erano infiacchiti, fino ad un riciclo di schemi triti e ritriti da allora fino ad oggi. Il problema non è l'originalità, ci mancherebbe, chissenefrega, ma proprio la scontatezza del songwriting, nessun guizzo. Apprezzo solo il grande "Evil is forever", poi li trovo pallosi, pur adorando il genere

Inserito il 02 set 2014 alle 20:25

Il disco non ho ancora avuto il piacere di ascoltarlo, conosco il gruppo e la sua poca originalità croce e delizia di questa band, ma almeno la copertina un tantino più originale no? chissà cosa penseranno Hansi e soci.

Inserito il 02 set 2014 alle 10:48

Non lo so... non mi hanno mai preso piu' di tanto, ascoltato anche questo e l'idea che riciclino lo stesso album da Astralism mi sembra sempre piu' evidente.

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.