Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. REMEDY
  2. LAND OF THE LOST
  3. HELLBENDER
  4. BREAK THE CHAINS
  5. CELESTIAL WARRIOR
  6. IN BENEVOLENCE
  7. WORLD OF SIN
  8. REMEMBER
  9. ABSENCE OF TRUST
  10. WARLORDS OF DOOM
  11. INTO OBLIVION (BONUS TRACK)
  12. SILENT WALK (BONUS TRACK)

Line up

  • Tony Sunnhag: vocals
  • Tony Sandberg: drums
  • Stefan Jonsson: guitars
  • Kalle Svedåker; bass
  • Markus Albertson: guitars

Voto medio utenti

I Gormathon sono una band svedese, formatasi nel 2009 e capitana dal carismatico singer Tony Sunnhag. Nel 2010 il gruppo sforna il debut album "Lens of Guardian" con Supernova Records e tre anni dopo firma per Napalm Records per quello che diventerà il disco oggetto di questa recensione, ovvero "Following the Beast". Difficile collocare il combo scandinavo in un genere ben preciso, vi sono all'interno del sound elementi provenienti dal melodic death, dal thrash, dal modern metal, dall'heavy classico, il tutto fuso in un mix che ha veramente una qualità notevole. Al centro della scena sta sicuramente l'odinico vocalist che alterna fasi in clean con momenti in growl, ma, se avete la possibilità di guardare i video in rete, vi accorgerete che oltre al cantato, Tony Sunnhag, ha anche una gran presenza scenica, cosa che sicuramente non guasta ai fini dello spettacolo. Il songwriting di "Following the Beast" è accurato in ogni suo dettaglio, aggressività e melodia sono bilanciate nella giusta maniera e si avvicendano pezzi più spinti ad altri più riflessivi od accattivanti. Quest'ultimo aggettivo non è stato adoperato a caso, molti dei chorus presenti nell'album sono seriamente orecchiabili e ce se ne accorge man mano che l'ascolto entra nel vivo. Già dall'opener "Remedy", aperta da un riffing possente e da un bel lavoro del drummer Tony Sandberg, un mid-tempo incedente e adornato dal consueto ritornello epicheggiante, ci si accorge della direzione che vuole prendere il combo scandinavo. Si passa poi ad un highlight del disco, "Land of the Lost", uno dei manifesti del sound dei Gormathon, tutti gli strumenti si fondono alla perfezione, l'alternanza degli stili vocali è assoluta e il chorus "We are living in the land of the living, we're living in the land of the lost" che ruba totalmente l'attenzione di chi ascolta. "Hellbender" continua a spargere violenza in un turbinio di riff e linee vocali azzeccate, ma anche la seguente "Break the Chains" non scherza. Un oscuro riffing iniziale apre la strada ad un pezzo che ha del mid-tempo cadenzato e possente, con il solito chorus che entra nella testa già al primo ascolto. "Celestial Warrior" è una canzone potente, segnata da grande aggressività, con una devastante sezione ritmica, un ritornello epico e un bel lavoro delle chitarre. La seguente "In Benevolence" è dominata dalla coppia di axeman, dal growl di Sunnhag e da un nuovo chorus ammiccante. "World of Sin", che possiede linee iniziali addirittura avvicinabili al power, è un pezzo in pieno stile Gormathon, mentre a seguire ecco "Rembember", pezzo scelto per l'ultimo video della band scandinava, un brano più profondo, misterioso e riflessivo, con sempre protagonista Tony Sunnhag. In "Absence of Trust", inaugurata da una pregevole linea di piano, si scorgono i tratti peculiari del sound dei Gormathon: riff robusti, sezione ritmica martellante, chorus ben concepiti, un cantato degno di nota e quel preannunciato misto di generi metallici che fanno della proposta della band svedese qualcosa di interessante e probabilmente d'innovativo da un certo punto di vista. "Warlords of Doom" è un ulteriore pezzo dove si scatena la furia del gruppo di Bollnäs, questa volta legata al thrash di matrice ottantiana, fatta eccezione per il chorus, anche stavolta melodico e orecchiabile. "Into Oblivion" si scaglia senza pietà verso l'ascoltatore e lo trascina nelle tenebre in cui dimora la bestia gormathoniana, mentre la closer "Silent Walk" è vicina al modern metal in un'esplosione incedente di riff granitici e di pregevoli assoli di chitarra.
Qui si chiude "Following the Beast" e senza dubbio si può dire di essere più che soddisfatti della qualità dell'album e del lavoro compiuto dai Gormathon. In attesa di vedere in sede live gli agguerriti svedesi, consigliamo l'ascolto di quest'ultima roboante fatica.

Video di "Absence of Trust"



Video di "Land of the Lost"



Video di "Remember"

Recensione a cura di Stefano Giorgianni

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