Copertina 5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:42 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. TURN AWAY FROM THE LIGHT
  2. FREAK BOY
  3. GORGONIZED
  4. HATE SONG
  5. GHOST NOTE
  6. UP FROM THE DEPTHS
  7. THE THING WILL ARISE
  8. PLANET OF THE LIVING DEAD
  9. ROYAL FLYING CORPSE
  10. RECTIFY
  11. DOWN WITH THE UNDERDOGS

Line up

  • Adie Bailey: vocals
  • Graham “Gizz” Butt: lead guitars
  • Ryan Christy: rhythm guitars
  • Craig Christy: bass
  • Andrew “Pinch” Pinching: drums

Voto medio utenti

"The Thing With Two Heads": un titolo che - non so quanto volutamente - potrebbe rappresentare lo stesso gruppo inglese, e non solo per quell'indirizzo musicale che storicamente vede gli English Dogs distendersi dall’Hardcore/Punk sino allo Speed/Thrash Metal, ma anche per le due realtà in cui si sono suddivisi negli anni, da una parte gli English Dogs guidati dal loro cantante originale "Wakey" Wakefield e dall'altra gli ... ehm ... English Dogs dove troviamo ben tre quinti della formazione che negli anni '80 incise "Forward into Battle" e "Where Legend Began".

E sono proprio questi ultimi che hanno fatto uscire questo album, grazie alla Candlelight Records, puntando a riallacciarsi proprio ai due lavori sopracitati. Tuttavia, per quanto entrambi - a tempo debito - non mi avessero certo entusiasmato, qui non si è a quei livelli, infatti, il tutto suona piuttosto approssimativo e confuso, ma sono soprattutto la cattiveria e la potenza a non uscirne con convinzione.

L'iniziale "Turn Away from the Light" parrebbe guardare senza alcun pudore ai Testament, anche se poi scorre via restando nell'anonimato, tocca quindi alla seguente "Freak Boy", brano che vorrebbe spaccare il mondo ma che in realtà arriva puntuale all'appuntamento per confermare le critiche appena formulate nei confronti di questo disco, per quanto altre canzoni come "The Thing Will Arise" o "Recity", giusto per non citare la pretenziosa e conclusiva "Down With the Underdogs", siano poi altrettanto leste nel cogliere questo scomodo testimone.
Riescono a non far storcere il naso solo la veemente e vagamente modernista "Hate Song", la punk oriented "Planet of the Living Dead" e l'approccio spiccatamente Heavy Metal di "Royal Flying Corpse".

Poco convincenti... e probabilmente nemmeno loro stessi troppo convinti.




Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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