Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:43 min.
Etichetta:AOR Heaven
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. INSIDE ME
  2. SPEECHLESS
  3. I FEEL ALIVE
  4. GOODBYE
  5. SHE'S GONE
  6. FALLING APART
  7. CRY
  8. ANOTHER DAY
  9. SHE PLAYS
  10. BELIEVE
  11. THE GENIUS

Line up

  • Peter Lindberg: vocals
  • Niklas Hammarberg: guitars
  • Erik Pettersson: drums
  • Petter Eriksson: bass
  • Ulf Merkell: keyboards

Voto medio utenti

Dalla sempre prolifica scena melodic rock svedese arrivano gli Higher Ground con questo terzo lavoro, dopo l'Ep. "Keep on walkin'" (1997) e l'album "Perfect chaos" (2000).
La musica che il quintetto nordico propone è un A.O.R. infarcito da suoni di matrice westcoast statunitense e suggestioni "poppeggianti", abbastanza soffuso ed easy-listening.
I brani contenuti in questo "A thousand pieces" (impeccabile la produzione), seppur non particolarmente energici e frizzanti, sono realizzati con discreta abilità e appaiono vivacizzati dall'ottima voce del singer Peter Lindberg, contrassegnata da una bella tonalità calda e melodica e perfettamente inserita nel contesto sonoro qui espresso.
L'elettro-acustica "Inside me", le sfumature vagamente soul di "Speechless", "I feel alive" e di "Cry", il mood un po' "Bonjoviano" e le particolari tastiere di "Goodbye", l'ispirata verve pop-rock di "She's gone", gli influssi american roots e il bel guitar solo di "Falling apart", la dinamica "Another day", la melodia attraente di "She plays", la struggente ballata pianistica "Believe" e le aperture corali di "The genius", compongono il quadretto di questo Cd di sound "adulto", accessibile e rivestito di un certo approccio "moderno" negli arrangiamenti.
In "A thousand pieces" non troverete nulla che possa, in qualche modo, sovvertire in maniera significativa la scala dei valori mondiali del rock melodico; semmai questo è da giudicare come un dischetto non troppo impegnativo, tutto sommato gradevole, adatto forse più ad un "sottofondo" che non ad un "coinvolgimento" monopolizzante per i Vostri sensi, ma che senza grosse pretese, può essere una buona occasione per godere di un eccellente vocalist interprete di "canzoncine" magari non trascendentali, ma che dimostrano, allo stesso tempo, di possedere una certa classe e più che sufficiente validità complessiva.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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