Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:non disponibile
Etichetta:Pure Noise Records

Tracklist

  1. VOID
  2. TOXIC PRETENDER
  3. HOLY HELL
  4. DIGGING
  5. YUTH DECAY
  6. PERSONAL CROSS
  7. HUMAPHOBIA
  8. PISS UP A ROPE
  9. PORNOCOPIA
  10. ALL AMERICAN’T
  11. BIENVENUE

Line up

  • Nick
  • Davey
  • Shawn
  • Joel
  • Eric

Voto medio utenti

La furia annichilente dei Vanna, quintetto fondato ormai dieci anni fa e proveniente da Boston, prosegue indomita nel loro quinto album intitolato "Void", che segue di un solo anno l'interlocutorio episodio del 2013 "The Few and the Far Between", meno di mezz'ora atta a presentare il nuovo chitarrista, anche alle voci, Joel Pastuszak (in luogo dello storico Evan Pharmakis) insieme al drummer Eric Gross, e perlopiù incentrato sulla velocità ed un approccio più semplice e lineare.
Qui le carte in tavola cambiano radicalmente.

Partiti come una "qualsiasi" band hardcore partorita dalla potente Epitaph, i Vanna sono divenuti una sorta di gruppo d'elite, con il loro post-hardcore apocalittico, quasi mistico, di matrice assai triste ed angosciante, sin dalle claustrofobiche e violentissime sferzate che rendono "Void" davvero un disco pesante nel termine di impatto, fino alle aperture più ariose e melodiche che talvolta appaiono qua e là durante l'ascolto del disco con concessioni a clean vocals che ad un distratto ascolto potrebbero far scambiare i Vanna con uno dei tanti gruppi metalcore attuali, mentre "Void" è tutt'altro che un disco di facile accesso nè tantomeno predisposto alla melodia o all'essere catchy.

Anzi, la title track posta come opener mette subito le cose in chiaro, presentando un riff urbano e groovy pesante come un blocco di cemento ed in effetti "Void" è senz'altro il disco più estremo mai composto dalla band, del Massachussets, sebbene già dalle seguenti "Toxic Pretender" e "Holy Hell" si possano apprezzare le qualità più soft dei Vanna, che farciscono i brani di una linea vocale pulita a dir poco coinvolgente, alternata a scream sempre ben presenti e deflagranti.

Ci pensano "Digging" ed il conclusivo e spiazzante quasi shoegaze di "Bienvenue", tra le altre, a scoprire completamente quel lato "post" dei Vanna, che potrebbero completare o quantomeno proseguire la loro evoluzione già nel prossimo capitolo della loro carriera.

Come primo disco per la Pure Noise non c'è male, dato che a nostro avviso siamo di fronti senza ombra di dubbio al capitolo più interessante e maturo della loro discografia.

La solita etichetta "per fans di Converge ed Every Time I Die" non basta più.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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