Copertina 7

Info

Anno di uscita:2013
Durata:22 min.

Tracklist

  1. AROUND THE HOLE
  2. JUST ANOTHER WAY
  3. BONES
  4. ON THE SKIN
  5. NOTHING INSIDE

Line up

  • Marco Pasqualucci: vocals, guitar
  • Matteo Bassi: bass
  • Andrea Latini: drums

Voto medio utenti

Mettiamola così … nel caso siate tra quei musicofili che detestano il grunge, gli attribuiscono tutta la responsabilità di aver cancellato la “spensieratezza” dal rock, negano il suo significato artistico e l’influenza esercitata sui “posteri”, lasciate stare l’esordio di questi ragazzi romani, nome collettivo Acid Muffin.
Qualora, invece, con un atteggiamento (se me lo permettete …) leggermente più “maturo”, vi rendiate conto dell’importanza di questi suoni, per certi versi “rivoluzionari”, e di come essi siano ancora profondamente radicati della “scena” contemporanea, vi suggerisco un immediato contatto con il gruppo capitolino, capace, con questo “Nameless” di offrire una versione piuttosto convincente e gratificante del cosiddetto Seattle sound.
Beh, ovviamente, il consiglio è diretto soprattutto a chi, ad una valutazione “sociologica” della questione affianca pure una profonda passione per “gente” come Pearl Jam, Stone Temple Pilots, Bush e Creed, principali riferimenti di una formazione alquanto abile nello scrivere le “sue” canzoni, evitando, nonostante la pressante ispirazione, che sembrino troppo quelle di “qualcun altro”.
Marchiati dalla voce Vedder-iana (con un tocco di Gavin Rossdale …) di Marco Pasqualucci e sorretti da una notevole solidità esecutiva, i cinque pezzi dell’Ep colpiscono innanzi tutto per tensione espressiva e buongusto compositivo, con le magnetiche pulsazioni di “Around the hole” e “On the skin” a rappresentare l’apice di un programma che con “Just another way” diventa più nervoso e serrato, con “Bones” avvolge e irretisce e in “Nothing inside” abbina melodia, rabbia, intimismo e afflizione, ricordando, a tratti, proprio i celeberrimi Nirvana, il controverso emblema di un movimento culturale, comunque la pensiate, impossibile da ignorare.
Certo, un pizzico di superiore personalità non avrebbe guastato, ma mi propongo di verificare l’incremento di tale attributo in una prossima occasione, auspicando nella crescita “naturale” di un gruppo “emergente” già da promuovere in pieno per evidenti doti tecniche e vocazionali.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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