Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:42 min.
Etichetta:Red Bull Records

Tracklist

  1. THE LINES
  2. BEATEN IN LIPS
  3. BODY BAG
  4. IN BETWEEN
  5. RELAPSING
  6. IGNORANCE IS BLISS
  7. I HAVE A PROBLEM
  8. ONE MORE
  9. ME IN MY OWN HEAD
  10. KEEP YOUR AMERICAN DREAM
  11. DEAD
  12. SICK AND DISGUSTING

Line up

  • Caleb Shomo: lead vocals
  • Taylor Lumley: lead guitar
  • Brandon Mullins: drums
  • Kamron Bradbury: rhythm Guitar
  • Oshie Bichar: bass

Voto medio utenti

Caleb Shomo, giovane ragazzetto nato a fine '92 pieno di soldini e tanta voglia di fare, è per molti di "noi" metallari duri e puri un illustre sconosciuto, eppure per i più giovani, moderni e trendy è praticamente un'icona, avendo fondato qualche anno fa gli Attack Attack!, band statunitense che per prima ha unito elementi discotechnotranceelectro all'interno di un metalcore alternante momenti pesantissimi a-là brutal sludge ad aperture degne di Corona e Gigi D'Agostino.

Dopo 3 album (di cui in verità solamente il primo di un certo spessore, nonostante critiche feroci prevalentemente a causa del volutamente ridicolo video di "Stick Stickly") e lo scioglimento per dissidi interni (e per la volontà di alcuni membri di ritrovare Gesù in cui il buon Caleb era passato da "semplice" tastierista a tuttofare, chitarrista, cantante pulito, cantante scream e pure produttore, rieccolo a metter su una band tutta sua a nome Beartooth, già attiva un anno fa con l'EP "Sick" e pronta a debuttare sulla lunga distanza con questo "Disgusting", edito dalla Red Bull Records (poi dite che non ci prendo quando definisco questo genere come Formula Uno Metal...).

A dire la verità questo disco mi ha profondamente spiazzato, mi aspettavo che fosse infarcito di quelle soluzioni elettronico-danzerecce che Caleb aveva fortemente voluto negli Attack Attack! e che fosse melodico all'inverosimile, invece "Disgusting" tranne qualche momento e brano dichiaratamente commerciali e più accessibili, peraltro nettamente staccati dal resto della tracklist, è fondamentalmente un disco hardcore che picchia parecchio, senza troppe concessioni a coretti, melodia e momenti catchy.

Elettronica zero, scordatevi tutti gli innesti ascoltati in "Someday Came Suddenly", qui c'è solo un buon impatto frontale, con il buon Caleb quasi sempre indemoniato dietro il microfono e stemperato solamente in qualche brano più radiofonico, come "One More o "In Between" e qua e là in linee melodiche più dolci e meno estreme.

Niente per cui strapparsi i capelli ma i Beartooth rappresentano a sorpresa una buona realtà, ben bilanciata tra un hardcore "straight in your face" e soluzioni più accessibili e giovanili, con una buona produzione dello stesso Caleb che scrive i testi, le musiche, produce, mixa e masterizza.

A 22 anni davvero niente male.
Tacci sua.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli
Non solo cani depressi

Post-Hardcore band che viene dalle zone nordorientali degli Stati Uniti.Indubbiamente poco metal e molto punk noise con influenze emotechnohouse/screamo in un album che disgusta e non lascia segni di delirio a chi adora The number of the beast o Seek and destroy,etc."Non sarebbe mai qualche disgusto?"(A.Manzoni).

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