Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:51 min.
Etichetta:Load Up
Distribuzione:Venus

Tracklist

  1. IN THE STONER HOUSE
  2. GUMSHOE
  3. DON'T LET ME BURN
  4. ANTHROVERSIGHT
  5. FALLIN' STAR
  6. BROOKLIN #42
  7. BROKEN MACHINE
  8. PINBALL MATURATION
  9. INAMORATA
  10. I FOUND THE WAY

Line up

  • Sean Meadows: vocals, guitars
  • David Lenci: vocals, guitars
  • Lucio Febo: guitar
  • Marco Carlini: drums
  • Massimo Bartera: bass
  • Fabio Verdini: hammond

Voto medio utenti

Questa interessante band italiana nasce nel 2001 dall'incontro tra i cantanti-chitarristi Sean Meadows, ex June Of'44 (importante band post-rock americana) e David Lenci, ingegnere del suono e fonico live di band quali Uzeda, Three Second Kiss, Shellac e chitarrista degli psichedelici Nicotine Spyral Surfers. A completare la band Lucio Febo alla chitarra, Marco Carlini alla batteria, Massimo Bertera al basso e Fabio Verdini all'organo hammond.
Nel 2002 la band registra il primo disco che ottiene buone recensioni dalla critica specializzata, così come destano entusiastiche impressioni le performance live della band durante il tour di supporto all'album in Italia e Spagna.
Con Essential Ordinary World i RHBR ci accompagnano in un viaggio di colori e musica a tratti psichedelico e fuori dall'ordinario. "Essential Ordinary Revolutions" viene infatti inserito da noi nella categoria Alternative, essendo complicato e limitativo etichettarlo con un preciso genere; nel disco possiamo trovare reminescenze psichedeliche, acuti post-rock, riffs graffianti blues-rock e un cantato cupo e tagliente stile Alice in Chains, Jane's Addiction e In the Woods. Il disco parte con un intro strumentale che tanto ricorda gli ultimi Porcupine Tree per la propria spontaneità. I pezzi che seguono ("Gumshoe" e "Don't Let Me Burn") sono il preludio post-rock verso il viaggio psichedelico di "Anthroversight", song in cui è ben chiara la matrice dell'improvvisazione della band. Ascoltate questo pezzo ad occhi chiusi nel mezzo di una stanza illuminata con una flebile luce soffusa...potrete scoprire qualcosa in più di voi stessi e del mondo che vi circonda. "Fallin' Star" è una piacevole song che parte con un ritmo cadenzato molto cupo per poi sfociare in un mood arioso in cui viene lasciato all'ascoltatore uno spiraglio di luce. Davvero audace e alternativa la song "Brooklin #42" (di cui esiste anche al video, così come di Broken Machine) che si snoda sempre sullo stesso ritmo, ma con melodie vocali che ricordano tanto i mitici Jane's Addiction. La finale "I Found The Way" è davvero piacevole e rilassante, inizia con un cantato a metà tra il blues e il rock americano su cui si sovrappongono fraseggi di chitarra blues e gradevoli interventi di armonica. Reprise finale che chiude in bellezza questo interessante disco.
Spero che i Red House Blues Revue non me ne vogliano per i tanti paragoni o riferimenti fatti con altre più famose bands, ma classificare la loro proposta musicale dandone un'attendibile impronta ai lettori sarebbe stato assai arduo.
Un album che difficilmente troverà il consenso dei true metallers, ma che potrebbe interessare ai più open minded che apprezzano la musica alternative, la musica psichedelica e la spontaneità, dote innata in questi sei artisti italiani.
Recensione a cura di Emanuele Goffo

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